Il disegno di legge sulla riorganizzazione delle professioni sanitarie è ora in attesa dell'approvazione definitiva del Senato

di Valeria Zeppilli - Il Ddl Lorenzin sulle professioni sanitarie (qui sotto allegato) ha ottenuto il primo via libera ufficiale dalla Camera, che lo ha approvato in seconda lettura e lo ha inviato, così, a Palazzo Madama per l'ok definitivo.

Le novità del disegno di legge sono moltissime e perseguono perlopiù il fine di riorganizzare dopo quasi 70 anni gli ordini relativi alle professioni sanitarie in un'ottica di modernizzazione e armonizzazione.

Disciplina degli ordini

Tra le previsioni del disegno, quindi, si segnala innanzitutto il riordino della disciplina degli ordini delle professioni sanitarie, con l'introduzione degli ordini dei biologi e delle professioni infermieristiche, della professione di ostetrica e dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, che si andranno ad affiancare agli attuali ordini dei medici-chirurghi, dei veterinari e dei farmacisti.

Tutti gli ordini, al loro interno, saranno poi disciplinati da norme che ne chiariscono i compiti, ne valorizzano il rilievo pubblico e la funzione deontologica, ne migliorano la funzionalità e favoriscono la partecipazione interna degli iscritti.

Abusivismo e altri reati

Con riferimento ai risvolti di carattere penale dell'esercizio delle professioni sanitarie, il Ddl introduce un'aggravante per i casi di esercizio abusivo della professione, che si verifica proprio quando il reato riguarda una professione sanitaria e alla quale consegue la confisca obbligatoria dei beni utilizzati per commettere il reato stesso (se si tratta di beni immobili, ne viene disposto il trasferimento al patrimonio del Comune affinché questo lo utilizzi per finalità sociali e assistenziali).

Inoltre, all'articolo 61 del codice penale viene inserita un'aggravante nel caso in cui un reato contro la persona sia commesso in danno di soggetti ricoverati presso strutture sanitarie, socio sanitarie residenziali o semiresidenziali o socioeducative.

Sperimentazione

Per quanto riguarda la sperimentazione clinica sui medicinali per uso umano e sui dispositivi medici, in adeguamento alla normativa europea, il Ddl prevede l'istituzione di un Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici territoriali, al quale vengono affidate funzioni di coordinamento, indirizzo e monitoraggio.

Il numero dei comitati etici dovrebbe poi essere ridotto da oltre cento a massimo quaranta, di cui almeno uno per regione, con tre a valenza nazionale, di cui uno dedicato alla sperimentazione in ambito pediatrico. Questo passaggio, tuttavia, è affidato a un successivo decreto ministeriale.

Riconoscimento di nuove professioni

Il numero di professioni sanitarie diviene potenzialmente illimitato, con la previsione di una procedura per il loro riconoscimento, che necessita dell'accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome, raggiungibile dopo aver ottenuto il parere del Consiglio superiore di sanità. Per gli osteopati e i chiropratici è previsto un percorso semplificato.

Dirigenza ministeriale

Il Ddl Lorenzin si preoccupa anche della dirigenza sanitaria del Ministero della salute con l'istituzione di un unico ruolo e con l'estensione ai dirigenti ministeriali degli istituti giuridici ed economici applicati alla dirigenza sanitaria del SSN.

Responsabilità medica

Il disegno di legge è infine stato sfruttato anche per provvedere ad alcuni aggiustamenti alla recente legge Gelli sulla responsabilità medica, come quelli relativi ai limiti della rivalsa nei confronti dei sanitari e all'estensione delle funzioni del Fondo di garanzia.

Ddl Lorenzin
Valeria Zeppilli

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