Ma il ministero ridimensiona i dati Inps sullo stop alle domande sull'Ape social e per il pensionamento anticipato di lavoratori precoci

di Redazione - Ammontano a 65.972 le domande presentate per accedere alla pensione usando l'Ape social e le regole per i lavoratori precoci, ma di queste soltanto 20.957 sono state accolte. In sostanza, circa 1 su tre hanno ottenuto una risposta positiva. Sono questi i dati forniti dal direttore generale dell'Inps, Gabriella Di Michele, stamani, nel corso dell'audizione in commissione Lavoro alla Camera.

Ape e precoci: le domande respinte

La più alta percentuale delle istanze respinte, ha spiegato la Di Michele, si è registrata per la categoria dei lavoratori disoccupati, che hanno presentato un totale di 27.706 domande per l'Ape social (di cui il 69.2% non è stato accolto) e per i precoci (che hanno visto respinto il 67% delle richieste).

Ancora più alte le percentuali di rigetto delel domande presentate dai lavoratori addetti a mansioni rischiose o difficoltose: su circa 4mila aspiranti pensionati (che hanno chiesto Ape social) quasi il 77% non ha ottenuto l'assegno, mentre sui 10.831 soggetti che hanno chiesto di usare le regole per i lavoratori precoci la percentuale di risposte negative sale ad oltre il 79%.

Pensioni: Ministero lavoro, dati precedenti ai chiarimenti Inps

Il Ministero del Lavoro però nel tardo pomeriggio con una nota ha cercato di ridimensionare i dati resi noti oggi dall'Inps. Si tratta infatti si legge nella nota, di dati "riferiti all'esame effettuato dall'Istituto prima delle nuove indicazioni fornite dal Ministero del lavoro in risposta alla richiesta di chiarimenti avanzata dall'Inps". In base ai nuovi orientamenti dei giorni scorsi si legge ancora nella nota ministeriale è stata ribadita "la volontà del Governo di favorire una piena utilizzazione delle due misure (ndr Ape social e precoci), fornendo indicazioni che permetteranno all'Istituto di applicarle in maniera pienamente coerente con le volontà espresse dal legislatore, anche rivedendo in autotutela le decisioni già assunte".

La volontà dell'esecutivo, del resto, spiegano da via Veneto, "è confermata dalle norme inserite nel disegno di legge di bilancio che vanno in direzione di un allargamento della platea dei beneficiari della misura, con particolare riferimento alle lavoratrici con figli ed ai lavoratori disoccupati a seguito della conclusione di contratti a tempo determinato".

In ogni caso, conclude il dicastero, "i risultati del riesame delle domande da parte dell'Inps - saranno valutati al fine di verificarne - la coerenza con le indicazioni fornite all'Istituto".

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