Le parolacce, se pronunciate in un ambiente di basso livello culturale, per cosi' dire 'coatto', possono essere assolte. Per valutarne, infatti, la 'portata offensiva', sancisce la Corte di Cassazione, bisogna tenere presente 'il tipo di ambiente' dove sono state dette. Tante volte la Suprema Corte e' intervenuta sulla 'dilagante volgarita'' della gente, ma questa volta gli 'ermellini' sentono la necessita' di fare un distinguo, sostenendo in buona sostanza che il linguaggio sboccato se ha sicuramente una valenza 'offensiva' in un ambiente frequentato da 'persone di un buon livello culturale' dove queste espressioni non sono 'di uso comune', puo' non essere recepito con la stessa valenza negativa in un ambiente socialmente modesto. Ad indurre gli 'ermellini' ad intervenire sulla 'involuzione del linguaggio in uso tra i cittadini italiani che, per effetto dei mezzi di comunicazione di massa, e' divenuta sempre piu' volgare con continui ed inutili riferimenti alla sfera sessuale', la vicenda di due condomini della capitale che, dopo l'ennesima lite, avevano dato in escandescenza. In particolare, Gregorio B. era stato denunciato da Teodoro M., 49enne inquilino di un 'condominio frequentato da persone di buon livello culturale' che si era sentito offeso nella dignita' dalla frase a lui rivolta 'testa di ..'. Un'espressione sicuramente 'volgare' aveva detto il Tribunale di Roma, nel novembre 2003, ma non certo 'idonea a ledere l'onore ed il decoro della parte offesa'. E cosi' il signor Gregorio si era visto assolvere dall'accusa di ingiuria. Sino alla sentenza della Cassazione che, operando un distinguo, ha annullato l'assoluzione di Gregorio B., accogliendo il ricorso del signor Teodoro.

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