Passo indietro sull'addio alle monetine che doveva scattare da gennaio. Nella legge di bilancio arriverà la norma ad hoc

di Gabriella Lax - Avevano gioito in tanti per le scomode monete da uno e due centesimi fuori dalla circolazione così come stabilito a maggio.

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Ma adesso il governo fa marcia indietro poiché è impensabile far sparire il centesimo di euro che rappresenta l'unità della moneta europea. È il quotidiano La Stampa a riportare la notizia trapelata da fonti del Tesoro: sarà la stessa legge Finanziaria a fare marcia indietro sulla norma approvata nella "manovrina" e non vi sarà nessun decreto attuativo. L'Italia in sostanza non smetterà di coniare le monete da uno e due centesimi.

Addio alle monetine: le ragioni della bocciatura

Da una parte i consumatori stressati dal peso delle monetine, sovente rifiutate dalle macchinette, odiate alle casse degli esercizi commerciali. Dall'altra gli elevati costi di produzione: per ogni moneta da 1 centesimo i costi per lo Stato sono di 4,5 centesimi e per la moneta da due centesimi ammontano a 5,2 centesimi.

Così, nel mese di maggio 2017, ci aveva provato a cambiare le sorti delle monetine un emendamento alla manovra-bis richiesto dal parlamentare Sergio Boccadutri, che più di una volta aveva fatto presente il fatto che produrle costa allo Stato più del loro valore nominale. L'idea era di destinare i risparmi della mancata coniazione (compito delle banche centrali nazionali) al Fondo per la riduzione del debito pubblico. Ma così probabilmente non sarà.

La decisione ha la sua logica poiché, a ben vedere, sarebbe impossibile che il nostro Paese decidesse in autonomia la sospensione di una moneta europea.

Le critiche ala circolazione delle monetine sono state demolite una ad una. Intanto sospenderne il conio non porterebbe alcun risparmio. Secondo l'emendamento il risparmio calcolato sarebbe stato di circa 23 milioni di euro. Tuttavia, senza il valore di quelle monete, la Zecca sarebbe costretta ad aumentare costo e produzione delle monete da cinque centesimi. In secondo luogo, anche in caso di dismissione delle monete gli esercizi commerciali non potrebbero rifiutarsi di riceverle in pagamento.

Le risposte su questi temi erano già state date con due pareri dalla Banca centrale a Finlandia e Belgio che avevano posto quesiti simili e approvato norme simili a quella italiana. La risposta è a monte: decidere sulla circolazione legale di pezzi della moneta unica non tocca ai parlamenti dei singoli paesi membri ma solo al Consiglio europeo.


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