Il percorso verso l'approvazione del reddito di inclusione che sostituirà l'attuale Asdi si trova alle battute finali

di Valeria Zeppilli - Lo schema di decreto legislativo relativo al cd. reddito di inclusione, dopo l'approvazione di giugno del Consiglio dei ministri e il via libera delle Commissioni lavoro della Camera e del Senato, è tornato ora in Consiglio e si appresta a compiere gli ultimi passi verso la definitiva approvazione.

Ciò vuol dire che dal prossimo 1° gennaio 2018 la nuova misura di contrasto alla povertà dovrebbe fare il suo ingresso nel nostro ordinamento.

Via l'Asdi

Il reddito di inclusione (ReI) andrà in sostanza a sostituire l'attuale assegno di disoccupazione, l'Asdi, al quale daremo addio dal prossimo anno. Per il nuovo beneficio sono stanziati circa 2 miliardi di euro e con esso verrà spazzato via anche il Sia - sostegno per l'inclusione attiva.

Come questi, infatti, anche il ReI ha natura economica e la sua erogazione è accompagnata da un progetto di attivazione sociale e lavorativa dei beneficiari.

A chi spetterà il reddito di inclusione

Sebbene la prospettiva a lungo termine sia quella di destinare il beneficio a tutti coloro che si trovano in una condizione di povertà assoluta, per ora i destinatari del reddito di inclusione sono i nuclei familiari con figli minori o disabili, le donne in stato di gravidanza o i disoccupati almeno cinquantacinquenni, purché il valore dell'ISEE del nucleo familiare non superi i 6mila euro e il valore del patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione non superi i 20mila euro.

La domanda passerà attraverso una dichiarazione ISEE precompilata.

Cause della disoccupazione

Va precisato che, nel testo attuale, la concessione del ReI ai lavoratori disoccupati di età pari o superiore ai 55 anni è subordinata alla circostanza che la perdita del lavoro sia stata cagionata da licenziamento o da dimissioni per giusta causa, mentre il reddito di inclusione non spetta se l'occupazione sia stata persa a seguito di dimissioni non dettate da giusta causa, scadenza del contratto a termine o risoluzione consensuale del rapporto.

Tale circostanza rientra tra quelle sulle quali si è soffermato il parere approvato dalle Commissioni parlamentari, che richiedono che la concessione del ReI prescinda dalla causa della disoccupazione e anche dalla sussistenza di una precedente occupazione.

Durata

Il ReI potrà essere concesso per un periodo continuativo non eccedente i diciotto mesi e, prima di poterlo chiedere e ottenere di nuovo, dovranno trascorrere almeno sei mesi dall'ultimo versamento.

Attività lavorativa e ammortizzatori sociali

Se sussistono i requisiti per la sua concessione, l'erogazione del reddito di inclusione non troverà un ostacolo nello svolgimento da parte del beneficiario di un'attività lavorativa.

Tuttavia, vi è incompatibilità con il godimento da parte di un membro del nucleo familiare di un ammortizzatore sociale contro la disoccupazione involontaria, coma Naspi, Dis-coll o mobilità.

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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