Approvato in via definitiva il decreto legislativo che completa la riforma della magistratura onoraria. Intanto continua la protesta della categoria

di Marina Crisafi - Via libera definitivo alla riforma dei giudici di pace, mentre continua senza sosta la rivolta dell'intera categoria. Ieri, il consiglio dei ministri, infatti, ha approvato definitivamente il decreto legislativo che completa la riforma organica della magistratura onoraria, dettando altresì una disciplina transitoria per i giudici già in servizio e ai procedimenti già assegnati.

Lo statuto unico della magistratura onoraria

Come rende noto palazzo Chigi, il decreto, introduce "uno statuto unico della magistratura onoraria, applicabile ai giudici di pace, ai giudici onorari di tribunale e ai vice procuratori onorari, inserendo i primi due nell'ufficio del giudice di pace, a sua volta sottoposto ad un radicale ripensamento".

Viene sottolineata altresì l'intrinseca temporaneità dell'incarico, riorganizzato l'ufficio del giudice di pace, rideterminato il ruolo e le funzioni dei giudici onorari e dei viceprocuratori onorari.

Ancora, precisa il Governo, viene riconosciuta la "precipua natura formativa delle attività svolte presso le rispettive strutture organizzative"; vengono individuati i compiti e le attività delegabili dal magistrato professionale a quello onorario; vengono regolamentati i compensi in base a un quadro omogeneo, nonché articolato il "regime previdenziale, assistenziale e assicurativo adeguato in ragione dell'onorarietà dell'incarico".

Giudici di pace "a tempo"

Palazzo Chigi spiega ancora che con il decreto viene delineata "una disciplina omogenea relativamente alle modalità di conferimento dell'incarico" nonché alla durata temporanea limitata, una volta a regime, "a non più di due quadrienni e da svolgersi in modo da assicurare la piena compatibilità con lo svolgimento di altre attività". Viene introdotta inoltre la necessità di conferma dopo il primo quadriennio.

L'ufficio del processo

I giudici onorari di pace sono assegnati, inoltre, alla struttura organizzativa denominata 'ufficio per il processo', costituita presso il tribunale del circondario dove ha sede l'ufficio del giudice di pace cui sono assegnati.

Su modello analogo, in ogni procura della Repubblica presso i tribunali ordinari, viene istituito anche "l'ufficio di collaborazione del procuratore della Repubblica, che si avvale, secondo le determinazioni organizzative del Procuratore della Repubblica, dei vice procuratori onorari, del personale di segreteria, di coloro che svolgono lo stage o la formazione professionale presso gli uffici giudiziari".

Il coordinamento e la vigilanza delle attività dei vice procuratori onorari saranno affidati al procuratore della Repubblica.

Le competenze

Il decreto contempla anche una modulazione delle funzioni dei giudici onorari con l'attribuzione "sia di compiti di supporto all'attività dei magistrati professionali, sia di funzioni propriamente giudiziarie".

In particolare, spiega il governo, "si prevede che i giudici onorari di pace esercitino, presso l'ufficio del giudice di pace, la giurisdizione in materia civile e penale e la funzione conciliativa in materia civile, nel rispetto delle disposizioni dei codici di procedura civile e penale e delle leggi speciali".

Ai giudici di pace saranno delegate:

- le cause relative a beni mobili di valore non superiore a 50mila euro, nonché quelle relative al pagamento a qualsiasi titolo di somme di denaro non eccedenti il medesimo valore;

- le cause di risarcimento del danno prodotto dalla circolazione dei veicoli e dei natanti, purché il valore della controversia non superi i 100mla euro;

- i procedimenti di espropriazione presso terzi, purché il valore del credito pignorato non superi i 50mila euro.

Il provvedimento precisa il governo "prevede poi un significativo ampliamento della competenza del giudice di pace attraendovi un insieme di cause e di procedimenti civili attualmente di competenza del tribunale, ritenuti di minore complessità".

Tale spostamento di competenze, in ogni caso, opererà, per espressa previsione normativa, "a decorrere dal 2021, cioè da quando i nuovi giudici onorari immessi secondo le disposizioni del presente decreto avranno terminato la fase formativa, comprendente il tirocinio e il primo biennio all'interno dell'ufficio per il processo".

Il regime transitorio

Il decreto contiene, altresì, uno "specifico regime transitorio per i magistrati onorari in servizio alla data della riforma e per i procedimenti civili e penali assegnati e assegnabili ai giudici onorari di pace in servizio alla data di entrata in vigore del decreto".

Infine, conclude la nota di palazzo Chigi, "i magistrati che ne facciano domanda potranno essere confermati nell'incarico per un periodo massimo di quattro quadrienni, da computare a partire dal giugno 2016, purché confermati ad ogni scadenza quadriennale dal Consiglio superiore della magistratura".

L'incarico, in ogni caso, cesserà al compimento del sessantottesimo anno di età.

Le proteste dei giudici di pace

Intanto continua senza sosta la protesta della categoria, che annuncia una battaglia a 360° C, con scioperi a tempo indeterminato, intervallati di 20 giorni, oltre all'avvio di azioni giudiziarie anche presso le più alte autorità europee.

Ad essere denunciate dai giudici onorari sono sia il vulnus all'indipendenza della magistratura, con la trasformazione del gdp in una sorta di "passacarte" del togato, ma anche la cancellazione della responsabilità disciplinare, la previsione di retribuzioni assimilate ai redditi da lavoro autonomo, senza contare il versante previdenziale.

Lo sciopero che già ha determinato il blocco di moltissimi processi, annuncia, dunque, la categoria proseguirà nelle settimane successive per riprendere a settembre dopo la riapertura delle attività giudiziarie.


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