Mancano pochi giorni per adeguarsi alla normativa sulle termovalvole

di Marina Crisafi - Si avvicina inesorabilmente la scadenza per adeguare i termosifoni alla normativa sulle termovalvole. La scadenza infatti è fissata al prossimo 30 giugno, cioè tra circa 10 giorni, e per chi viene trovato privo degli apparecchi obbligatori per legge la multa va da 500 a 2.500 euro.

L'obbligo delle termovalvole

L'obbligo di adeguamento dei termosifoni nelle case, indicato dalla direttiva europea 2012/27/CE sull'efficienza energetica (recepita in Italia con i decreti 102/2014 e 141/2016), sarebbe dovuto in realtà scattare già dall'inizio del 2017. Ma, a seguito delle polemiche e delle richieste da parte delle associazioni di categoria, è stato rinviato dal Milleproroghe alla fine di giugno, per consentire ai "ritardatari" di adeguarsi alle nuove regole.

Riscaldamenti: come mettersi in regola

Qualcuno si è già adeguato, molti l'hanno fatto una volta "spenti" i termosifoni dopo il periodo invernale, per chi non ha ottemperato invece il rischio è incorrere in pesanti sanzioni.

Per mettersi in regola, i lavori, si ricorda, devono essere stati deliberati in assemblea con impresa individuata ad hoc, e approvati a maggioranza semplice (fatta eccezione in caso di applicazione della ripartizione prevista dal decreto 141/2016 in deroga alla norma Uni 10200). L'anno scorso, proprio, i ritardi nella procedura di installazione, comprendente appunto vari step (l'approvazione dell'intervento, l'analisi dei preventivi, l'individuazione dell'impresa e così via), sono stati all'origine di una corsa agli adeguamenti (con le ditte specializzate non in grado di soddisfare tutte le richieste) culminata poi nel rinvio dell'obbligo per consentire a tutti di mettersi in regola.

Termovalvole: come avvengono i controlli

Dopo l'imminente scadenza del 30 giugno prossimo, a breve si cominceranno a "tirare le somme", probabilmente subito dopo l'estate. Le verifiche degli adeguamenti comprendono controlli analoghi a quelli per l'efficienza energetica delle caldaie. Le ispezioni saranno disposte a campione da province e comuni oltre i 40mila abitanti, ovvero da enti delegati.

Annualmente, verrà effettuato il check dell'impianto e verrà inoltrato un "rapporto" di controllo alle regioni.

Per chi verrà beccato senza adeguamento, o con irregolarità negli impianti, spetterà alle regioni stesse stabilire l'ammenda da 500 a 2.500 euro, per ogni unità immobiliare.

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