Domani la decisione del tribunale di Firenze. La vicenda e le ipotesi in campo

di Marina Crisafi - Si decideranno domani le sorti del mega concorsone per 800 assistenti giudiziari bloccato dal tribunale di Firenze il 27 maggio scorso. Quella che è apparsa come una vera e propria doccia fredda per gli oltre 300mila candidati da tutta Italia, è una vertenza nata a seguito dell'accoglimento del ricorso di una cittadina albanese esclusa dalle selezioni.

Il ministero ha subito impugnato l'ordinanza del giudice del lavoro fiorentino e sulla decisione dei giudici fiorentini si susseguono le ipotesi.

Ma procediamo con ordine.

La vicenda

La vicenda nasce dal ricorso promosso da una laureata in legge, albanese ma in possesso di laurea conseguita in Italia, titolare di un regolare permesso di soggiorno, le cui doglianze riguardavano la parte del bando in cui, tra i requisiti di ammissione, è stata prevista la cittadinanza italiana.

Così, il 27 maggio scorso, il giudice della sezione lavoro del tribunale di Firenze ha ordinato la sospensione del concorso, intimando al ministero della giustizia di rimettere in termini (ai fini della presentazione della domanda) gli stranieri in possesso dei requisiti richiesti.

La normativa violata dal bando

Tutto ruota intorno alla norma di cui all'art. 38 del d.lgs. n. 165/2001 (sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), recante la disciplina in tema di "accesso dei cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea", il quale dispone, al primo comma, che: "I cittadini degli Stati membri dell'Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell'interesse nazionale".

Si tratta, peraltro, della medesima norma al centro della vicenda che ha coinvolto i direttori stranieri dei musei italiani decisa nei giorni scorsi dal Tar Lazio (e ora oggetto di apposita norma "salva direttori" nella manovra in discussione in Parlamento).

Tornando al concorso che interessa oltre 300mila candidati, secondo il giudice del lavoro del tribunale di Firenze, quella dell'assistente giudiziario è una figura che non rientra in nessuna delle due aree indicate dalla norma. Per cui, l'esclusione degli aspiranti in base alla cittadinanza, è a tutti gli effetti discriminatoria.

Da qui l'accoglimento del ricorso e l'impugnazione dell'ordinanza da parte del ministero della giustizia.

Domani la decisione del tribunale, che succederà ora?

Domani, il tribunale fiorentino deciderà in sede di impugnazione se confermare quanto deciso nell'ordinanza ovvero validare la posizione del ministero, legittimando così lo svolgimento del concorsone. In tale ultimo caso, la commissione procederà nella valutazione degli elaborati dei partecipanti. Nel caso in cui invece venga avallata la bocciatura, due sono le ipotesi in campo: la prima, più remota, è quella del rifacimento per intero del concorsone; la seconda, più probabile è che venga riaperto il bando per consentire a tutti gli stranieri in possesso dei requisiti di essere rimessi nei termini per partecipare alle selezioni.


Foto: 123rf.com
In evidenza oggi: