Anche Firenze dichiara guerra alle soste dei visitatori su marciapiedi e sagrati delle chiese, ma le ordinanze antibivacco piovono un pò ovunque e non mancano le polemiche

di Gabriella Lax - Spruzzi d'acqua all'ora di pranzo per evitare bivacchi. Da ieri Firenze ha dichiarato la guerra ai turisti poco rispettosi, grazie ad un insolito provvedimento messo in atto dal sindaco Dario Nardella. Le secchiate d'acqua saranno destinate a sagrati delle chiese e marciapiedi del centro storico di Firenze per contrastare il bivacco selvaggio dei turisti maleducati che vi abbandonano i resti di pasti improvvisati. Ieri nel centro della città toscana è scattata l'operazione: prima i vigili urbani hanno avvertito i turisti, facendoli alzare, a quel punto è entrata in azione l'autobotte dell'azienda dei rifiuti, ed ha lanciato l'acqua che ha bagnato i gradini di Santa Croce, una delle mete turistiche preferite. È toccato poi a Santo Spirito, al sagrato del Duomo, alla chiesa di Santa Maria Novella, vicina alla stazione, e ad altri angoli presi di mira dai visitatori. 

Secchiate d'acqua per allontanare i turisti

Non si tratta di una misura brutale per il primo cittadino, inizialmente partirà una fase di sperimentazione per valutarne gli effetti: e il turista vorrà sedersi si bagnerà. Nardella sta pensando al modo di attuare quanto prima il provvedimento insieme a polizia municipale e Alia, la società di gestione dei rifiuti del centro Toscana.

Una battaglia contro l'inciviltà dei turisti che il sindaco ha iniziato dallo scorso anno: prima la bocciatura all'apertura di un Mac Donald's in piazza Duomo (davanti al Cupolone); ultimamente la disposizione del blocco per tre anni stabilito da Palazzo Vecchio all'apertura di nuovi negozi alimentari e ristoranti. Recentemente sono state sistemate barriere sul ponte di Santa Trinità per impedire a turisti di sedersi sulle sporgenze a strapiombo sull'Arno. E' poi stata annunciata l'intenzione di adottare severe sanzioni per punire chi imbratta i monumenti cittadini e costringere i graffitari improvvisati a pulire scritte e scarabocchi. 

Le ordinanze anti-bivacco

Anche se le polemiche fioccano per la scelta dell'amministrazione, Firenze non è certo la prima città ad attrezzarsi con le ordinanze anti-bivacco

Da Milano in giù, lungo lo stivale continuano a fioccare ogni anno le ordinanze più svariate aventi il fine di "salvaguardare" il decoro cittadino. 

Palazzo Marino, per restare nel capoluogo meneghino, ha appena varato il suo piano estivo che contempla la "prevenzione" di bivacchi vari negli spazi comuni e soprattutto in parchi e giardini, che saranno presidiati da apposite guardie ecologiche. 

Ad Imperia, il sindaco Carlo Capacci ha appena firmato l'ordinanza "anticlochard" che vieta dimora e bivacco sul suolo pubblico della città, punendo le violazioni con sanzioni amministrative da 100 a 300 euro. 

A Grosseto per i troppi bivacchi, il comune ha addirittura tolto le panchine in una delle zone più frequentate della città. Ma a far la guerra alle "sedute" sono già da tempo Treviso, Bergamo, e Bagnoli in provincia di Padova, dove lo scorso anno il sindaco ha fatto letteralmente sradicare le panchine dal centro. 


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