Il Garante per la protezione dei dati personali (Newsletter 20/30 giugno 2005) ha reso noto che il Gruppo che riunisce i Garanti Europei, ha affermato che il progetto di istituire un archivio centrale e un sistema di scambio di informazioni sui visti di soggiorno di breve durata pone importanti questioni per i diritti fondamentali e le libertà degli individui e il loro diritto alla protezione dei dati personali. Più precisamente il Garante ha riferito che il Gruppo nei giorni scorsi ha deliberato un parere sulla proposta di regolamento comunitario che istituisce il VIS (il Sistema europeo di informazione visti), che prevede la raccolta e lo scambio di dati sui visti di soggiorno di breve durata. I lavori sul progetto di parere sono stati coordinati dall'Autorità italiana. L'archivio VIS sarà costituito da una banca dati centrale e da interfacce nazionali e sarà accessibile da parte di sistemi nazionali, collegati con i consolati e i posti di frontiera di ciascun Paese partecipante; l'archivio conterrà i dati identificativi di tutte le persone che richiederanno un visto di ingresso valido tre mesi per uno dei Paesi aderenti all'Accordo di Schengen. Oltre ai dati alfanumerici, saranno registrati anche i dati biometrici, in particolare la foto digitalizzata del richiedente e le sue impronte digitali. Nel provvedimento, i Garanti, chiedono che: vengano svolti alcuni approfondimenti, e che vengano in particolare specificate chiaramente ed esaustivamente le finalità del trattamento dei dati contenuti nel VIS, in rapporto alla politica comune dei visti che ne costituisce il fondamento giuridico; siano stabiliti tempi di conservazione limitati e proporzionati (attualmente previsti in cinque anni); siano definite con precisione le autorità abilitate ad introdurre dati nel VIS così come a modificarli e cancellarli, anche su richiesta dell'interessato; vengano individuati gli organismi che possono accedere al sistema (in particolare con riguardo alle previste interconnessioni con il sistema informativo Schengen) e specificate meglio le funzioni di controllo e supervisione da parte delle Autorità di protezione dei dati personali. Il parere è stato inviato al Parlamento europeo e alle altre istituzioni comunitarie che hanno in corso di esame la proposta di regolamento in vista della sua definitiva adozione.

In evidenza oggi: