L'associazione insorge sulla stretta annunciata dalla Regione Lombardia dopo il caso di Nola

di Marina Crisafi - Non si frenano le polemiche sulla stretta annunciata dalla Regione Lombardia tesa a vietare le registrazioni video (e anche audio) presso le strutture sanitarie pubbliche e la loro diffusione sui social. Una scelta seguita allo scandalo scoppiato nei giorni scorsi all'ospedale di Nola, dove, si ricorda, i pazienti furono filmati sdraiati a terra per la mancanza di posti al Pronto Soccorso. Così presto nelle strutture sanitarie arriverà un cartello che informerà i pazienti sulle pratiche corrette in tema di registrazioni video e audio.

Sulla questione però insorgono i consumatori. Il Codacons infatti non ci sta e si scaglia contro il divieto affermando che "documentare cosa accade in una struttura che eroga un servizio pubblico non solo si può, ma si deve". I cittadini, si legge in una nota a firma del presidente Carlo Rienzi "hanno facoltà di verificare come vengono spesi i loro soldi e registrare mediante foto e video l'efficienza o l'inefficienza della Pubblica amministrazione, al pari dei colloqui con i medici". Non solo dunque "qualsiasi limite alla diffusione tramite social network dei video realizzati all'interno degli ospedali, rappresenterebbe una misura assurda - ma anche - impossibile da far rispettare" prosegue Rienzi.

Subentra, in tali casi, come quello accaduto a Nola, "la finalità collettiva che giustifica la diffusione dei video ripresi con il telefonino o altri strumenti".

Per questo, incalza Rienzi "invitiamo tutti gli utenti che intendano denunciare situazioni critiche presso gli ospedali italiani, ad inviare al Codacons i filmati registrati presso le strutture sanitarie". Sarà l'associazione - conclude - "a provvedere a pubblicarli sui propri canali social e sul canale televisivo Codacons Tv".

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