Pronta la stretta sul pubblico impiego. Licenziamenti più veloci e misure ad hoc contro gli assenteisti

di Marina Crisafi - Misure ad hoc per i furbetti del weekend e del cartellino con licenziamenti sprint per chi è colto in fragranza. Sono queste le principali novità della stretta in arrivo con il decreto di riforma del testo unico del pubblico impiego pronto per approdare sul tavolo del Consiglio dei Ministri.

Il provvedimento, al quale sta lavorando a ritmi serrati il ministero della P.A. e che dovrebbe essere presentato entro metà febbraio, è chiamato ad attuare la riforma Madia sulle nuove regole per gli statali oltre che a preparare il terreno per le trattative sui contratti. Un focus specifico sarà dedicato ai fenomeni di assenteismo anomalo e cioè sia ai furbetti del cartellino che a quelli del fine settimana, che si ammalano cioè sempre di venerdì o di lunedì. Tutti fenomeni nei cui confronti non sussistono strumenti di contrasto ad hoc e che troveranno spazio nel decreto attuativo (oltre che nell'accordo sui rinnovi contrattuali tra sindacati e governo che impegna le parti a contrastare l'assenteismo).

Le novità in arrivo

Furbetti e licenziamenti

Misure specifiche contro i furbetti del weekend e del cartellino con licenziamenti veloci (sospensione in 48 ore e uscita in 30 giorni) per chi viene beccato in flagranza. Questi i principali interventi del decreto sull'assenteismo dei dipendenti. Le procedure sprint si estenderanno a tutte le condotte punibili con il licenziamento e colte in flagranza. E cioè oltre alle assenze ingiustificate, anche alle violazioni gravi e reiterati dei codici di comportamento; alla ripetuta valutazione negativa; ai falsi documentali; ecc. I procedimenti disciplinari veloci saranno applicati anche ai dirigenti nel caso di mancato esercizio, per dolo o colpa grave, dell'azione disciplinare. Si ridurranno, infine, i termini (da 120 a 90 giorni) per i procedimenti disciplinari ordinari.

I contratti e l'articolo 18

Il decreto interviene anche sul rapporto tra leggi e contratti, sancendo il principio secondo il quale questi ultimi potranno derogare le prime (fatta eccezione per il testo unico).

La riforma ribadisce, inoltre, che per gli statali continuerà ad applicarsi l'articolo 18 (in sostanza, la reintegrazione nel posto di lavoro a seguito di licenziamento illegittimo) ma con qualche correttivo. Tra questi, ad esempio, il fatto che i "vizi formali" non faranno decadere l'azione disciplinare e in presenza di "prove schiaccianti" nel giudizio penale, la P.A. potrà proseguire il giudizio disciplinare nei confronti del dipendente senza dover attendere la fine del processo. Inoltre, se il giudice annulla il licenziamento per violazione del principio di proporzionalità (ossia per eccesso della sanzione irrogata), il procedimento disciplinare potrà riattivarsi entro 60 giorni.

Le polemiche dei consumatori

Il decreto allo studio dell'esecutivo non convince, tuttavia, il Codacons, secondo il quale "sono anni che si parla di misure in tal senso ma mai nessun governo ha saputo attuare una stretta all'assenteismo, perché farlo vorrebbe dire colpire anche i dirigenti di uffici pubblici le cui poltrone sono assegnate direttamente dai politici". Ciò che serve realmente in Italia - spiega il presidente Carlo Rienzi - "è un provvedimento contro i 'furbetti del cartellino' di tutti i giorni, ossia quei dipendenti che timbrano per poi uscire e andare a fare la spesa o a giocare al gratta e vinci, o che timbrano anche per i colleghi assenti". Tali soggetti - continua Rienzi - "spesso non subiscono alcuna punizione e nemmeno perdono il lavoro" mentre nei loro confronti dovrebbero essere introdotte "sanzioni pesantissime, compreso il recupero degli stipendi percepiti dalla P.A. nei casi di assenteismo accertato".


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