Anche la Francia si aggiunge ai paesi che hanno decretato il diritto dei lavoratori a "staccare la spina"

di Gabriella Lax - Ignorare le mail e spegnere il telefono fuori dall'orario di ufficio è un diritto. Un tempo si diceva "staccare la spina" dopo l'orario di lavoro. Ma con le tecnologie moderne non sempre è possibile. Ed ecco che scatta la necessità di garantire il "diritto alla disconnessione" per legge. L'ultimo paese a decretare tale diritto è la Francia in questi giorni. Si tratta dell'articolo 55 della "Loi Travial", introdotta dal ministro del lavoro Myriam El Khomri lo scorso maggio, approvata in parlamento ad agosto ed in vigore dall'1 gennaio 2017. La legge obbliga le aziende con più di 50 dipendenti a negoziare con i lavoratori il diritto a non rispondere a mail o telefonate di lavoro al di fuori dagli orari in cui si è in servizio. La legge prevede la stesura di una carta di diritti e doveri dei lavoratori fuori dall'orario di lavoro, la definizione precisa di momenti del giorno o della settimana in cui i dipendenti hanno il diritto di non essere connessi.

La Loi Travail, inoltre, per educare i dipendenti stessi, sovente schiavi di questa connettività non-stop, prevede l'organizzazione di corsi nelle aziende per insegnare a tutti l'uso ragionevole dei dispositivi connessi, perché la connessione h24 potrebbe non solo mettere a rischio la salute psicofisica dei lavoratori, ma anche abbassare la qualità del lavoro, contro l'interesse delle aziende stesse.

In Europa, la legge d'oltralpe segue i provvedimenti adottati già da molte aziende tedesche negli anni passati che hanno stabilito diversi limiti riguardo le mail fuori dall'orario di lavoro. A fare da precursore è stata la Deutsche Telekom, seguita dalla Volkswagen che spegne i server mezz'ora dopo la fine dei turni e li riaccende trenta minuti prima dell'inizio.

E nel nostro Paese? In Italia, il diritto alla disconnessione è contemplato nel disegno di legge di riforma del lavoro autonomo, attualmente all'esame delle commissioni di Montecitorio, dopo l'approvazione del Senato nel novembre scorso. Secondo il ddl, nell'accordo sul lavoro agile, tra datore e dipendente, dovranno essere individuati anche "i tempi di riposo del lavoratore nonché le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro".


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