Il ministro Orlando parla delle sfide della giustizia nel nuovo anno

di Marina Crisafi - Come cambierà la giustizia nel 2017? Ad illustrare le varie novità e le sfide che dovranno essere affrontate è lo stesso ministro Andrea Orlando che, in un'intervista a Repubblica, fa il punto su quanto potrà essere realizzato "a breve" e sui temi caldi emersi nel corso dell'anno che sta per andare via. Dalla "rete contro le campagne di odio sui social" su cui sta lavorando, alla riforma del processo penale, alle intercettazioni, sino alla prescrizione, sono tanti i temi affrontati dal Guardasigilli.

Una "riforma" per Facebook

Sul fronte social, che in questi giorni sta infiammando gli animi, Orlando ammette di non avere alcuna pretesa "di affrontare tutti i problemi che lo sviluppo della rete ha generato - né di negare - le grandi opportunità che ha aperto", limitandosi a "segnalare il fatto che i social sono diventati il principale strumento per veicolare messaggi di odio che sono spesso il presupposto per la radicalizzazione violenta".

La giurisdizione, continua il ministro "con gli strumenti tradizionali, non ce la fa. Questi messaggi sono troppi, è incerta la competenza, spesso gli autori si nascondono dietro false identità e si diffondono con una rapidità impressionante". L'Europa, anche su istanza dell'Italia, ha chiesto ai gestori dei provider di collaborare con le autorità rimuovendo i contenuti, ricorda lo stesso ministro, ma anche se è stato siglato un accordo ad hoc, ciò non basta, bisogna ancora lavorare "aumentando il grado di responsabilità dei gestori".

Il primo fronte su cui bisogna agire è la circolazione di bufale "funzionali alla propaganda d'odio" e lo Stato "può aiutare i soggetti colpiti e discriminati per etnia, religione, orientamento sessuale, a reagire costruendo gli anticorpi che agiscano in modo tempestivo sui social". Per questo, afferma il ministro, si sta lavorando ad una vera e propria alleanza, in collaborazione con l'Unar, la struttura antidiscriminazione della presidenza del Consiglio e l'insieme delle associazioni che si occupano di questi temi.

Le inchieste politiche e la gogna mediatica

Orlando si pronuncia anche sulle inchieste che toccano la politica, evidenziando come "nessuno ha mai cercato di depotenziare il lavoro dei magistrati". Tuttavia, sottolinea, ciò che si chiede è che "almeno fino alla pronuncia di un giudice terzo, pm e giudici vigilino sui rischi di cortocircuiti mediatici o sulle strumentalizzazioni politiche prima di tutto nell'interesse dell'esito processuale".

Le riforme civili, fallimentare e penale

Sulle riforme del civile e del fallimentare, il ministro afferma che si potranno "fare davvero rapidamente, perché sono emerse ampie convergenze". Analoga la fiducia sulla realizzazione della riforma del processo penale, per la quale spiega Orlando "siamo all'ultimo miglio". Anche se decisamente non è semplice, il testo che andrà in aula dopo la pausa natalizia, riguardante anche la prescrizione e le intercettazioni, "è il frutto di un accordo tra tutte le forze della maggioranza, che è la stessa che sostiene l'attuale governo". Per cui, è convinto "ci siano le condizioni" per l'approvazione della riforma.

L'articolo 18 e l'Italicum

Un cenno del ministro, infine, va anche al tema dei referendum della Cgil sull'articolo 18 e sull'Italicum. "Due passaggi importanti" a detta di Orlando, "su due questioni cruciali" sulle quali non è possibile fare previsioni. Quanto al primo, in ogni caso, ammette Orlando "sul Jobs Act, una valutazione su ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato - va - fatta dal governo a prescindere dalla scadenza referendaria". Quanto alla legge elettorale, infine, è chiaro, conclude che bisogna avviare "un confronto tra le forze politiche al più presto".


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