La sentenza "choc" del tribunale di El Kef a nord della Tunisia infiamma il web

di Gabriella Lax - A soli 13 anni violentata e poi costretta alle nozze riparatrici con il suo violentatore per evitare lo scandalo. Dopo le proteste in piazza delle donne tunisine non hanno fine le polemiche sui social network e sul web a seguito della sentenza pronunciata dal tribunale di El Kef, cittadina del nord della Tunisia, che ha dato l'ok al matrimonio tra una ragazzina 13enne e il suo stupratore, un cugino di 20 anni. La giovane è incinta di tre mesi. Secondo l'articolo 227-bis del codice penale tunisino "il matrimonio dell'autore della violenza sessuale con la vittima dello stesso annulla il reato o gli effetti della condanna", come ha ricordato lo stesso ministro della giustizia, Ghazi Jribi, alla radio locale Mosaique Fm. Il giudice quindi ha deciso di non far scontare nessun giorno di carcere al violentatore, ma di obbligarlo alle nozze riparatrici, senza nemmeno chiamare in causa il volere della minorenne. «Abbiamo ritenuto che a quell'età, considerata la sua maturità, la ragazza sia adatta al matrimonio. La prova sta nel fatto che sia rimasta incinta. L'uomo è suo cugino e le due famiglie hanno chiesto le nozze per evitare uno scandalo. Abbiamo emesso la sentenza il primo dicembre e stipulato il contratto matrimoniale il 5. Tutte le parti erano consenzienti». Queste le parole di un portavoce della corte.

Ma la sentenza non ha fatto i conti con le proteste. Dappertutto, sui social, in tv, sui giornali, nelle manifestazioni di piazza, il grido è unanime: "Vergogna". Questo ha fatto fermare per ora tutto. La procura, spaventata dalle reazioni, ha sospeso la sentenza d'autorizzazione del tribunale ed ha ammesso pure che le associazioni a protezione dell'infanzia si costituiscano parte civile. Il ministero tunisino della Donna, della Famiglia e dell'Infanzia, come riportato dall'Ansa, ha chiesto l'annullamento della decisione della magistratura, esprimendo preoccupazione dopo aver appreso la notizia del provvedimento emesso dal tribunale. Il ministero della Donna di Tunisi ha sottolineato che, nel caso di specie, i giudici non hanno ordinato una perizia sui danni fisici e mentali subiti dopo lo stupro. Inoltre non è dato sapere come si fa a parlare di rapporto sessuale consenziente considerata la giovane età della ragazza. Nessuna garanzia, infine, che il matrimonio sia una libera scelta. Anche le organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani, come Amnesty Internation, hanno promesso battaglia. Ma la lotta non si preannuncia facile e gli stessi giudici difendono la loro decisione, ritenendo di aver applicato "solo" la legge e che la 13enne sia adatta al matrimonio.


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