Polemica sull'asilo dell'Aurelio a Roma, i legali delle famiglie annunciano il ricorso

di Gabriella Lax - Il tredicesimo municipio del Comune di Roma manda gli avvisi per pagare le rette dell'asilo che, da aprile 2016, non sono state saldate. E i genitori dei bambini dell'asilo dell'Aurelio non credono ai loro occhi. Niente di male se non fosse che, proprio lo scorso aprile, nella stessa struttura sono stati scoperti maltrattamenti sui piccoli da parte di alcune maestre, in seguito arrestate e sospese. L'attività fu interrotta un paio di settimane, le famiglie avevano sospeso il pagamento delle rette ed i bambini erano rimasti a casa. Solo quando erano arrivate determinate garanzie e tre maestre supplenti i bambini erano tornati nella struttura su consiglio degli specialisti secondo i quali sarebbe stato più traumatico trasferirli in un altro istituto. I piccoli avevano terminato l'anno scolastico in quell'asilo, per essere poi quasi tutti trasferiti in un'altra scuola comunale o privata. Lo scorso 7 settembre, il processo si è concluso e le tre maestre sono state condannate con rito abbreviato, rispettivamente, una a 3 anni e 4 mesi di reclusione e le altre due a 2 anni e 2 mesi di reclusione ciascuna. 

Oltre al danno la beffa per i genitori dei bambini oggetto di maltrattamenti. Come riportato da Adnkronos, infatti, per i legali delle famiglie, Mario Pinto e Lavinia Ferdinandi, si è trattato di un autentico insulto e, per questo, sono pronti a fare ricorso all'autorità giudiziaria competente. Dopo una prima richiesta informale, alla quale hanno fatto seguito raccomandate al municipio e al sindaco, è partito un invito formale al pagamento con l'avviso che, in caso di mancato versamento, si sarebbe passati all'iscrizione a ruolo di cartella esattoriale. Gli avvocati hanno sessanta giorni dalla notifica per presentare ricorso. Sono fermamente intenzionati a percorrere le vie legali del caso. 

Oltre alla mancanza di sensibilità da addebitare a chi ha fatto pervenire le richieste delle rette, i due legali hanno sostenuto le loro ragioni dal punto di vista giuridico. «Retroagendo i maltrattamenti all'ottobre 2015 - spiegano - sussiste comunque una compensazione del credito: devono essere restituite tutte le rette pregresse perché c'è un contratto e il servizio che doveva essere fornito non solo non è stato fornito, ma addirittura sono stati consumati fatti delittuosi con la condanna di tre maestre. Inoltre i mesi in cui le rette non sono state pagate il servizio è stato interrotto due settimane e poi i genitori sono stati costretti a continuare l'anno scolastico lì per cercare di contenere i danni». E i genitori delle piccole vittime sono d'accordo nel portare avanti questa battaglia.


In evidenza oggi: