Saranno impiegati per sei mesi nei servizi di pubblica utilità alcuni dei laureati scoperti a copiare durante l'esame di Stato del 2012

di Gabriella Lax - Avevano copiato agli esami di avvocato, adesso potrebbero scontare la loro condotta con una condanna a sei mesi di servizi sociali. Per gli aspiranti avvocati furbetti, scoperti a violare le regole durante le tre prove scritte dell'esame di stato del dicembre 2012 per il distretto di Lecce (comprensivo delle sedi di Brindisi e Taranto) si aprono le porte dei lavori di pubblica utilità.

Sono 89, in tutto, gli imputati nel processo per violazione della legge n. 475 del 1925 che punisce «chiunque in esami o concorsi, presenta come propri dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno». Ma solo per quindici di loro, il giudice Silvia Saracino ha dato l'ok alla richiesta di messa alla prova; per gli altri, invece, l'istanza dei difensori, finalizzata ad evitare la pena detentiva, è stata depositata in questi giorni e dunque si deciderà nell'udienza del 27 febbraio prossimo. 

Sul fatto che, nel caso di specie, non fosse necessario il carcere si era, già, pronunciato del resto il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, titolare dell'inchiesta cominciata nel 2013 e del decreto penale di condanna con cui era stata chiesta una sanzione da 11mila euro

Furono le tracce "troppo perfette" all'epoca che fecero nascere sospetti alla commissione giudicante (la Corte d'Appello di Catania) che fece la segnalazione alla procura di Lecce e le prove vennero annullate. In 103 casi, lo svolgimento delle tracce, si appurò poi, ad opera della polizia postale, conteneva pezzi evidentemente copiati e secondo la ricostruzione dei fatti, alcuni candidati durante l'esame avrebbero inviato le tracce a persone di fiducia o studi legali, ottenendo lo svolgimento degli stessi tramite mail o whatsapp. Altri invece avrebbero attinto le informazioni direttamente da internet.

A seguito del decreto di condanna, alcuni dei candidati avevano deciso di pagare la sanzione, altri invece hanno preferito affrontare il processo nel tentativo di liberarsi completamente dalle accuse o di riuscire ad ottenere una punizione meno grave come quella della messa alla prova. Ora, 15 di loro potranno dedicarsi per un semestre al volontariato, alla solidarietà e alle opere di bene per conservare la fedina penale immacolata. Per gli altri invece si dovrà attendere ancora qualche mese. 


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