I trattamenti pensionistici rimarranno fermi al palo anche nel 2017, ma con la prima mensilità si dovrà recuperare la rivalutazione del 2015

di Marina Crisafi - Anche nel 2017, le pensioni rimarranno ferme al palo, non subendo alcuna rivalutazione. Lo ha confermato il decreto del ministero dell'economia pubblicato in questi giorni in Gazzetta Ufficiale (e qui sotto allegato) che fissa la perequazione automatica delle pensioni, confermando il valore definitivo del 2015 e indicando, in via provvisoria, quello per il 2016, a valere dal 1° gennaio prossimo.

In entrambi i casi, il tasso di adeguamento all'inflazione è pari a zero, quindi ciò non dovrebbe comportare modifiche sulle pensioni, nonostante la variazione effettiva (sulla base dell'andamento dei prezzi calcolato dall'Istat) abbia registrato un saldo negativo dello 0,1% sia sull'anno precedente che nell'arco dei primi nove mesi del 2016. Ciò per effetto della clausola contenuta nella legge di Stabilità di quest'anno (art. 1, comma 287, l. n. 208/2015), in base alla quale il valore per la rivalutazione delle prestazioni assistenziali e previdenziali non può essere inferiore a zero.

Il conguaglio

In realtà, però gli importi che andranno in pagamento dal mese di gennaio non saranno propriamente uguali a quelli attuali.

Tutti i trattamenti pensionistici, infatti, vedranno applicato un conguaglio negativo (una tantum) al fine di recuperare quanto erogato in più nel 2015. All'inizio dello scorso anno, difatti, la rivalutazione provvisoria era stata stimata allo 0,30%, mentre a fine anno fu accertato un valore definitivo più basso (pari allo 0,20%). Ciò ha comportato un recupero negativo a gennaio 2016 che doveva essere "prelevato" dalle pensioni già all'inizio di quest'anno ma che è stato "congelato" dalla legge di stabilità (cfr. art. 1, comma 288) che ha sospeso il recupero inflattivo prevedendo che lo stesso fosse effettuato in sede di rivalutazione definitiva delle pensioni del 2016.

Ne deriva che (salvo eventuali interventi normativi in corsa che posticipino ulteriormente il recupero o lo sterilizzino definitivamente) con la prima mensilità del 2017 i pensionati assisteranno al conguaglio negativo.

Tuttavia, non c'è da disperare. Gli importi da recuperare sono comunque contenuti: il massimo ammonta allo 0,1% (calcolato sull'importo lordo e moltiplicato per 13 mensilità), da restituire da parte di chi percepisce assegni fino a tre volte il minimo (ad es. su un assegno lordo di 1.400 euro, l'importo da restituire sarà di circa 18 euro). Per chi percepisce importi superiori, invece, il prelievo una tantum si riduce in proporzione, per via della perequazione più alta riconosciuta (nella misura del 95, 75, 50 e 45%).

A vedere un importo diverso del trattamento previdenziale, saranno anche le c.d. "pensioni d'oro". Dal 2017, infatti, sulle stesse (sempre salvo sorprese dell'ultima ora) non si applicherà più il contributo di solidarietà del 6, 12 e 18% per le fasce di importi superiori, rispettivamente, a 14, 20 e 30 volte il trattamento minimo. Per cui, gli assegni ritorneranno all'importo pieno.

Decreto Economia perequazione pensioni
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Foto: 123rf.com
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