È questa la proposta avanzata dal presidente dell'Inps Tito Boeri che sta facendo molto discutere

di Marina Crisafi - 15 giorni di astensione obbligatoria per i padri lavoratori entro il primo mese di vita del figlio. E chi non rispetta il congedo obbligatorio (che si tratti del lavoratore o del datore di lavoro) sarà sanzionabile con un'ammenda pecuniaria. È questa la proposta lanciata ieri dal presidente dell'Inps, Tito Boeri, durante Elle Active, evento dedicato al mondo del lavoro femminile, che ha elaborato l'idea.

Gli incentivi non bastano, secondo il presidente Inps serve uno choc per rompere "il circolo vizioso che si è creato su un equilibrio sbagliato, che vede l'uomo con un maggior potere contrattuale nello stabilire chi deve lavorare e chi deve stare con i figli".

Ciò perché in Italia, a differenza che di altri paesi europei, ha proseguito Boeri nel suo intervento, citando la Norvegia e altri stati del nord, fare figli è molto penalizzante per la carriera delle donne. E il congedo di paternità obbligatorio, diffuso in molte altre realtà sta mostrando benefici anche per il "benessere del figlio".

Il tutto sarebbe suffragato dai dati Inps, secondo i quali "il tasso di occupazione delle donne scende dal 65 al 50% per chi ha un figlio e al 30% per chi ha più figli"; una differenza che si attesta al minimo in paesi come la Danimarca, ad esempio "dove avviene addirittura il contrario". Senza contare la penalizzazione a livello salariale che per le donne con figli, ha spiegato Boeri arriva al 15%.

Da qui il plauso per la proposta, caldeggiata più volte dagli autori di Alley Oop, di inserire tale provvedimento anche in Italia, prevedendo, al fine di renderlo più efficace, anche sanzioni per chi non lo rispetta.

Sulla stessa lunghezza d'onda peraltro si muove un disegno di legge, fermo in Parlamento, a firma della vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli. A ricordarlo è lo stesso ministro del welfare, Giuliano Poletti, che, interrogato in merito, ha aperto alla possibilità di prendere in considerazione la proposta, frenando però sulla sostenibilità dei costi.

L'affondo, su un tema caldo come quello delle disparità tra uomo e donna nel lavoro, tuttavia, non vede tutti concordi. Sarebbe "eccessivo prescrivere l'obbligatorietà del congedo di paternità" ha dichiarato infatti l'ex ministro degli esteri e elemento di punta dei Radicali, Emma Bonino, al congresso, perché il rischio è quello di "entrare troppo nelle scelte individuali dei cittadini, che come noi vogliono vivere liberi".


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