Il Viceministro Casero conferma: la questione è all'attenzione del Mef, si cerca una soluzione idonea a contemperare le esigenze della finanza pubblica
di Lucia Izzo - La vexata quaestio sull'illegittimità dell'IVA applicata sulla vecchia tariffa sui rifiuti (la TIA, Tariffa d'Igiene Ambientale) sembrava aver trovato una soluzione definitiva a seguito della sentenza della Corte Costituzionale 238/2009 che era arrivata a confermare la sua natura contra legem (per approfondimenti: L'Iva sulle bollette è illegittima e va rimborsata).

Per la Consulta, la TIA rappresenta a tutti gli effetti una tassa e non una semplice tariffa come suggerito dal nome; sarebbe stato dunque inconcepibile far pagare una tassa sulla tassa, come era accaduto con l'IVA al 10% applicata dai Comuni interessati (ben 1.193). Un assunto rafforzato anche dalle decisioni della Corte di Cassazione che, nella sentenza n. 3756/2012, ha evidenziato il diritto di rimborso per i cittadini che avevano pagato un contributo ingiusto, ribadito anche nella sentenza n. 5078/2016 (per approfondimenti: Rifiuti, l'Iva sulla Tia è illegittima. Cgia: il Fisco ora dovrà rimborsare tutti i cittadini).

Se per alcuni contribuenti la vicenda si è risolta con un esito positivo, come avvenuto per i cittadini coadiuvati da Aducons Toscana (per approfondimenti: Tassa sui rifiuti: l'Iva va rimborsata) molti altri non hanno visto rientrare nelle proprie tasche i soldi versati per un'imposta illegale.

Non sorprende che il tema sia nuovamente stato sottoposto all'attenzione della commissione Finanze alla Camera: il viceministro dell'Economia, Luigi Casero, interrogato da Marco Brugnerotto (M5S) ha spiegato che l'amministrazione finanziaria sta vagliando la situazione, considerando che gli effetti della restituzione dell'IVA potrebbero essere rilevanti, soprattutto considerata la sofferenza dei conti pubblici.

Si studia, pertanto, "una soluzione idonea a contemperare le istanze dei cittadini utenti del servizio con le esigenze connesse al rispetto dei saldi di finanza pubblica". La manovra, infatti, visto il gran numero di abitanti e imprese coinvolte, varrebbe quasi un miliardo di arretrato rimborsabile, cifra che potrebbe lievitare se si desse ragione ai sostenitori della prescrizione decennale, in luogo di quella quinquennale.

Nonostante i Giudici di Pace e le Commissioni Tributarie si sono sovente espressi ammettendo i rimborsi, alcune aziende hanno sottolineato la responsabilità dello Stato quanto alla restituzione delle somme, posto che l'IVA riscossa sulle bollette era stata poi dirottata proprio all'Erario.

Il problema è stato alimentato anche dall'IVA che ha accompagnato la nuova versione della tariffa, ossia la TIA2, applicata ancora da alcuni Comuni che utilizzano la Tari puntuale in luogo di quella ordinaria. Il rischio è che l'illegittimità possa coinvolgere anche queste nuove forme tariffarie.

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