I giovani avvocati chiedono il rinvio dell'entrata in vigore della nuova disciplina e un ripensamento "organico" della pratica forense

di Marina Crisafi - Serve una proroga dell'entrata in vigore delle nuove regole sugli esami di abilitazione all'esercizio della professione di avvocato. A chiederlo a gran voce è l'Associazione italiana dei giovani avvocati con una nota diffusa in data odierna, a firma dell'avvocato Francesca Futia della sezione di Locri, riportando la relativa posizione assunta dall'Aiga all'esito del Congresso Straordinario nazionale dello scorso settembre.

Nel corso delle giornate perugine, in particolare, è stata approvata una mozione in cui si chiede il rinvio della nuova disciplina prevista per il 2017. Ciò perché, rileva l'Aiga, il nuovo esame "deve necessariamente, essere armonizzato con la nuova pratica forense ed, in particolare, con i corsi di formazione obbligatori". Tuttavia, ad oggi, non solo non è stato ancora emanato il relativo regolamento su questi ultimi da parte del ministero della giustizia, ma altresì tale complessiva disciplina "non assicura affatto l'effettiva preparazione professionale degli aspiranti avvocati, l'effettiva preparazione professionale degli aspiranti avvocati, 'sottraendoli' agli studi professionali e 'costringendoli' ad una preparazione statica e assolutamente sovrapponibile agli studi universitari, dai quali sono appena usciti".

Le nuove regole per gli esami di Stato

La nuova disciplina per gli esami di Stato degli aspiranti avvocati, in vigore dall'aprile scorso (cfr. d.m. n. 48/2016), prevede diverse novità.

Le principali riguardano le modalità di svolgimento degli esami sia scritti che orali: i primi, in particolare, al fine della massima trasparenza, vedranno i temi trasmessi tramite pec e nell'arco di tempo tra 120 e 60 minuti precedenti l'ora di inizio di ciascuna prova, oltre a un meccanismo crittografico di protezione, con chiave affidata al ministero; i secondi, invece, prevedono che le domande rivolte ai candidati vengano estratte tra quelle contenute in un apposito database tramite estrazione informatica. Il decreto stabilisce inoltre che la prova è pubblica e che la sua durata va da un minimo di 45 minuti a un massimo di 60 e viene abolito totalmente l'ausilio dei codici commentati.

Le nuove disposizioni, saranno operative dalla sessione di esami di dicembre 2017 (leggi: "Avvocati: nuovi esami di Stato da dicembre 2017").


I corsi di formazione

Quanto ai corsi di formazione obbligatori per l'accesso alla professione, lo schema di decreto predisposto dal ministero della giustizia sta proseguendo il suo iter, dopo il parere positivo da parte del Cnf emanato nell'aprile scorso.

Nel dettaglio, il nuovo regolamento prevede l'accesso a numero chiuso alla professione di avvocato, "secondo criteri di valorizzazione del merito, con riferimento agli studi universitari" nonché con la previsione di verifiche intermedie sulla base di prove scritte, orali o informatiche (es. test a risposta multipla), e finale, consistente in una vera e propria simulazione dell'esame di Stato.

I corsi inoltre saranno soggetti alla corresponsione di una quota di iscrizione destinata alla copertura delle spese di organizzazione, inclusi i compensi ai docenti e al personale amministrativo, con la previsione di una parziale copertura grazie al conferimento di borse di studio in favore dei più meritevoli e dei più bisognosi.

Tra i correttivi apportati dal Cnf rilevano: la garanzia che i percorsi formativi offrano adeguate capacità professionali ai tirocinanti, per la difesa dei diritti e per la gestione efficiente dello studio e della propria attività, evitando che diventino una mera ripetizione del percorso universitario; la richiesta di una generale omogeneità dei corsi formativi; la disponibilità degli stessi su tutto il territorio nazionale; la frequenza continua per garantire a tutti gli interessati la possibilità di partecipare e la necessità di una durata (160 ore) distribuita nell'arco dei 18 mesi di tirocinio previsti per legge, al fine di non pregiudicare il contemporaneo svolgimento della pratica forense.

Le critiche dell'Aiga

Per l'Aiga i correttivi non bastano, ed anzi "sarebbe, forse, il caso di ripensare completamente questa - fondamentale - fase del percorso formativo dei giovani avvocati, riportando al centro dell'attenzione lo studio e la pratica in Tribunale, effettiva e professionalizzante".

Come rilevato nella mozione, infatti, la "preliminare e parziale attuazione del nuovo esame di Stato non farà altro che andare a discapito, principalmente, di coloro che, trovandosi in questo periodo transitorio, prossimi a dover affrontare quest'ardua prova, aspirano a conseguire il titolo di Avvocato".

Per di più, lamenta l'associazione, non solo manca ancora il regolamento previsto dalla legge professionale forense per disciplinare tali corsi ma "allo stato attuale né le Università, né tantomeno le Scuole Forensi hanno istituito i suddetti corsi di formazione idonei a fornire gli strumenti e la metodologia di studio necessari per affrontare il nuovo esame di Stato".

Tutto questo pertanto rende "iniqua" l'entrata in vigore del nuovo esame di abilitazione all'esercizio della professione di avvocato "prima che sia data concreta ed effettiva attuazione alla nuova pratica forense". Da qui, la richiesta della proroga che il congresso dei giovani avvocati ha stabilito quale priorità della sua azione politica.


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