Lo denunciano le associazioni dei consumatori

di Marina Crisafi - Per chi sceglie i piani base per la propria carta telefonica ricaricabile, ossia quelli che non comprendono un'offerta ben individuata per la navigazione su internet, il traffico dati fa comunque lievitare i costi e intaccare il credito senza che l'utente riesca a spiegarselo. Ciò accade, secondo un'indagine condotta da Adnkronos, nel caso delle tariffe "base" dei vari operatori che, non essendo previsto un profilo ben preciso per la navigazione, prevedono un costo piuttosto alto. La tariffazione, peraltro, si attiva automaticamente appena l'utente si connette alla rete quindi potrebbe bastare, evidenzia Adnkronos, anche un solo messaggio su Whatsapp per "vedersi scalare dai 4 ai 6 euro dal suo credito". Una soluzione c'è e sarebbe quella di disattivare il servizio per evitare che si attivi la connessione, ma l'utente deve sapere come muoversi.

Non solo. Se queste sono le "trappole" della prepagata, l'utente deve prestare molta attenzione anche alle tariffe "flat", perché sebbene si sia sottoscritto un determinato profilo tariffario bastano pochi mega per superare la soglia prevista e a quel punto il credito si esaurisce molto velocemente. Anche in questo caso bisogna leggere con attenzione cosa è previsto nelle condizioni del profilo. "La questione - spiega Valeria Graziussi del Codacons - è capire cosa succede quando si oltrepassa la soglia della propria tariffa flat, perché sforando minuti o gigabyte, il credito viene intaccato in maniera più importante in rapporto a quanto si spenderebbe all'interno del piano tariffario flat".

Si tratta di costi che in genere vengono riportati "nelle condizioni generali del contratto che viene firmato ma il problema - spiega la Graziussi - è che l'utente non legge le condizioni oppure per farlo deve andare sul sito web dell'operatore e in molti non lo fanno".

In sostanza, se da un lato occorre maggiore attenzione da parte degli utenti che si informano "solo quando il guaio è fatto" dall'altra, non c'è "una comunicazione adeguata da parte dell'operatore'.

Un problema, rincara Dino Cimaglia dell'Unione Nazionale Consumatori che è dovuto al consumo sempre maggiore dei dati dovuto alle app. "In molti non riescono a rimanere all'interno della quantità di traffico dati contenuto nella tariffa flat - prosegue - Alcune applicazioni, come quella di Facebook per fare un esempio, nel tempo si è aggiornata con versioni che consumano sempre più dati". Per questo motivo - conclude - "consigliamo agli utenti di monitorare il traffico dati delle singole app tramite la funzione apposita sul telefonino. Solo così ci potrà essere un uso consapevole e controllato del traffico dati".


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