Va in soffitta il contrastato "decreto appropriatezza" abrogato dal Dpcm sui nuovi Livelli essenziali di assistenza

di Marina Crisafi - Mesi di proteste e caos negli ospedali e negli ambulatori sono serviti a mandare in soffitta il contrastato "decreto appropriatezza" che poneva a carico dei malati il costo di oltre 200 tra visite specialistiche e prestazioni considerate "inutili" (leggi in merito: "Addio ticket su 203 visite ed esami"). La vicenda, infatti, giunge alla fine con l'abrogazione del decreto (del dicembre scorso) che sarà sostituito dal dpcm sui nuovi livelli di assistenza, la cui bozza, come anticipato dal ministro Lorenzin, attende ormai solo il via libera formale del Mef. Oltre all'ormai imminente dpcm, altrettanto atteso è l'accordo tra il ministero della Salute e Fnomceo, che, come dichiarato dal segretario della Fimmg provinciale di Bergamo, Guido Marinoni, sembra ormai finalmente definito e che si occuperà di ridisegnare la materia "in modo da garantire al medico autonomia e responsabilità, tutelando il rapporto fiduciario ed evitando accertamenti inutili e ridondanti".

Cosa cambia con il dpcm sui Lea

In sostanza, le "condizioni di erogabilità", ossia le situazioni in cui la prescrivibilità, "e quindi la rimborsabilità a carico del Ssn sarà limitata a specifiche situazioni, per cui dovrà essere apposta una nota sulla ricetta, saranno pochissime".

Si tratta infatti, di alcune prestazioni di medicina nucleare, test genetici e poco altro, corrispondenti in tutto, secondo i rumor, a circa una quarantina di prestazioni.

Per tutte le altre, invece, si tratterà di semplici "indicazioni di appropriatezza prescrittiva" che non vincoleranno il medico, il quale potrà adattare le indicazioni delle linee guida alle reali condizioni del paziente, applicandole dunque al caso concreto e salvaguardando così, ha sottolineato Marinoni, "l'autonomia professionale".

Il medico inoltre non dovrà riportare alcuna nota nella prescrizione, potendo limitarsi all'"espressione del quesito diagnostico, importante anche per comunicare con il collega che erogherà la prestazione.

Le indicazioni di appropriatezza costituiranno - ha concluso Marinoni - un "parametro di riferimento per le attività di verifica del comportamento prescrittivo generale del medico, che saranno previste dai contratti dei medici dipendenti e dalle convenzioni, ma non si tratterà di entrare nel merito della singola prescrizione, bensì di verificare l'aderenza complessiva del medico alle evidenze scientifiche".


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