In attesa della revisione dei valori catastali, l'Agenzia delle entrate ha ufficialmente avviato l'era informatica dei sistemi di archiviazione

di Valeria Zeppilli - Da martedì 3 maggio 2016, anche il Catasto ha ufficialmente cambiato volto, spalancando definitivamente le porte al mondo telematico

In esecuzione di quanto previsto dal nuovo Codice dell'amministrazione digitale, infatti, l'Agenzia delle entrate ha dato il via all'archiviazione digitale degli atti di aggiornamento catastale all'interno del SCD - Sistema di Conservazione dei Documenti digitali.

Addio, quindi, a pile e pile di carte: oltre che nella riduzione fisica degli archivi, i vantaggi che l'Agenzia immagina si concretizzeranno in maggiori efficienza e trasparenza. Senza dimenticare la spending review.

In realtà il passaggio di martedì non è altro che l'evoluzione di un percorso già avviato con l'obbligo per i tecnici di inviare gli atti di aggiornamento catastale Pregeo e Docfa in via telematica, operativo da giugno 2015.

Oggi la novità è rappresentata dal fatto che gli atti redatti con la procedura Pregeo saranno firmati dal direttore dell'ufficio o da un suo delegato digitalmente. La stessa cosa avverrà per l'eventuale documentazione integrativa così come per gli attestati di approvazione o di annullamento.

Diversa la sorte degli atti redatti con la procedura Docfa: per essi la conservazione digitale avverrà direttamente per il tramite delle applicazioni informatiche dedicate. Saranno poi gli uffici a provvedere ai controlli successivi.

Insomma: mentre con il d.e.f. dei primi di aprile l'indifferibile revisione dei valori catastali è stata presentata come complessa e delicata, almeno il "catasto digitale" è pronto e operativo.

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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