Rimborsi fino all'80% automatici sotto i 35mila euro. Sì al pegno non possessorio

di Marina Crisafi - Disco verde per l'atteso decreto banche nel consiglio dei ministri di oggi pomeriggio con la previsione dei meccanismi per rimborsare gli obbligazionisti delle 4 banche salvate. Il decreto che, come ha affermato il premier, risolve "in via definitiva il problema", dalla "parte dei truffati" prevede un meccanismo dei ristori con diritto al rimborso forfettario automatico fino all'80% dell'investimento nelle obbligazioni subordinate ma solo se l'investitore ha un reddito lordo al di sotto dei 35mila euro ovvero un patrimonio immobiliare inferiore ai 100mila euro.

I rimborsi riguarderanno chi ha comprato le obbligazioni entro il 12 giugno 2014 (data della pubblicazione sulla Gazzetta Ue della direttiva sulla risoluzione della crisi).

Ad avere diritto ai rimborsi automatici, ha precisato il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, sarà più della metà degli obbligazionisti coinvolti dai default delle 4 banche (oltre 10mila), ma le stime dipenderanno "dalle soglie di reddito e ricchezza".

Per tutti gli altri si apre la strada dell'arbitrato gestito dall'Anac.

Quanto alle risorse, il problema non si porrà, a detta di Padoan, in quanto i soldi "provengono dal sistema bancario, che finanzia tutto questo".

A ricevere il via libera del governo anche le norme per accelerare il recupero dei crediti in sofferenza. Si passa dai tempi di rientro attuali di 6-8 anni attuali a 6-8 mesi ha detto il premier e viene confermata l'istituzione del pegno non possessorio, ma non automatico (leggi: "Arriva il pegno non possessorio: un altro regalo alle banche"). 

Immediate le reazioni dei consumatori che minacciano già l'arrivo di ricorsi giudiziari a pioggia.

Il decreto del Governo che fissa le regole per i risparmiatori dei 4 istituti falliti "è inaccettabile, beffardo e penalizzante" hanno affermato in una nota Adusbef e Federconsumatori che annunciano "ricorsi giudiziari, a tutela dei truffati da Bankitalia e dallo Stato". Ad essere incriminate in particolare sono sia la percentuale dei rimborsi che il basso tetto del reddito lordo. "Sono elemosine" hanno chiosato i consumatori e i risparmiatori saranno costretti ad adire l'autorità giudiziaria per tentare di "sanare la gravissima ingiustizia patita".


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