Al vaglio del Governo, rimodulazione delle aliquote del ceto medio e assegni familiari più consistenti

di Marina Crisafi - Interventi sulle aliquote intermedie, potenziamento degli assegni familiari ma anche tagli strutturali dei contributi sul lavoro e riduzione del prelievo sui fondi pensione. Sono questi gli interventi allo studio del Governo che, stando a quanto riportato dl Corriere.it, potrebbe anticipare già nella prossima finanziaria la riforma dell'irpef attesa per il 2018.

Archiviato il capitolo del referendum sulle trivelle di ieri, ora infatti l'attenzione dell'esecutivo si rivolgerà alle misure per il rilancio della crescita dell'economia e del fattore fiducia.

Tra queste, prima di tutto quelle urgenti, come il decreto sui rimborsi per gli obbligazionisti delle banche fallite che doveva già essere emanato entro la fine di marzo e altre che invece troveranno posto nella manovra per il 2017, come, appunto, in anticipo di un anno rispetto a quanto annunciato, la riforma dell'Irpef.

Quanto al capitolo rimborsi, il decreto, ormai messo a punto, dovrebbe contenere un fondo di 300 milioni di euro finanziato dal sistema bancario, in moda da assicurare il rimborso "automatico" ai risparmiatori con redditi più bassi che hanno investito poco nei bond, e il ricorso all'arbitrato nelle altre ipotesi, valutate caso per caso.

Nel decreto inoltre dovrebbe trovare posto, ormai quasi con certezza, un pacchetto di norme per velocizzare il recupero delle sofferenze bancarie (ossia dei crediti di difficile riscossione, che ammontano a 200 miliardi di euro), che verranno "stralciate" dalla delega sul processo civile in discussione al Senato e inserite in corsa nel dl (dal rito sommario in primo grado alla più ampia competenza per i tribunali delle imprese, ecc.).

Quanto all'Irpef, al vaglio dell'esecutivo ci sarebbe un ritocco sui redditi più bassi, con l'obiettivo di alleggerire l'imposta e un intervento sulle aliquote intermedie, del 27% e del 38%, con lo scopo di correggere la struttura dei prelievi che penalizzano chi supera un reddito lordo annuo di 28mila euro. La riduzione di questo "salto" aiuterebbe il ceto medio. Ma allo studio ci sono anche altre ipotesi, come il potenziamento degli assegni familiari dal secondo figlio in poi, la riduzione del prelievo sui fondi pensione e il taglio strutturale dei contributi sul lavoro. Intanto, tra le priorità del Governo, conclude il Corriere, c'è quella di recuperare risorse pari a 15 miliardi per evitare che dal prossimo anno scattino le clausole di salvaguardia, ovvero l'aumento dell'Iva.


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