Il Consiglio di Stato boccia il decreto attuativo

di Marina Crisafi - Colpo di scena per la telenovela senza fine del canone Rai. A pochi giorni dalla prima scadenza del 30 aprile per l'invio dell'autocertificazione per non pagare l'imposta, il Consiglio di Stato ha bocciato il decreto attuativo della misura inserita nella legge di stabilità. Per il giudice amministrativo il decreto del ministero dello sviluppo è in sostanza da riscrivere, a partire dal fatto che non dà una definizione "di cosa debba intendersi per apparecchio televisivo" sino alla mancanza di qualsiasi riferimento "allo scambio dati tra vari enti coinvolti necessario per l'addebito in bolletta". Per non parlare della poca chiarezza del testo.

Così, il Consiglio rispedisce il decreto al mittente chiedendo di porre rimedio alle diverse criticità riscrivendolo. Ma non solo. Per palazzo Spada la nuova modalità di riscossione del canone tv pone anche un problema di privacy, considerata la notevole mole di dati che saranno scambiati tra gli enti coinvolti (Aeeg, ministeri, comuni, anagrafe tributaria , società private), senza che il decreto preveda alcunché sulla garanzia del rispetto della normativa sulla riservatezza.

E se il governo minimizza ritenendo la bocciatura un "utile suggerimento", immediata è la reazione delle associazioni dei consumatori.

"Il Consiglio di Stato ha bocciato l'idea balzana del canone Rai in bolletta, partorita da un governo apprendista stregone, che vuole continuare a stangare i cittadini" segnalano Adusbef e Federconsumatori. Si tratta - proseguono - di un "intollerabile" tentativo "di fare cassa sulle tasche delle famiglie, che sono libere di decidere se possedere o meno un televisore. Se la Rai vuole avere a disposizione più risorse faccia la sua parte: operi a tutto spiano tagli agli sprechi, ai privilegi, agli abusi, evitando di assumere esterni con contratti milionari secretati direttamente proporzionali ai flop negli ascolti, invece di valorizzare le eccellenti risorse umane interne, e si concentri sull'offerta di un servizio pubblico di qualità che punti veramente sui contenuti, sulla cultura e sull'informazione".

Ancora più duro il Codacons, secondo il quale la conseguenza del parere del Consiglio di Stato sarà quella di non "inserire il canone in bolletta, almeno fino a che non saranno superate le pesanti criticità rilevate", spiega il presidente Carlo Rienzi. Il Governo - sottolinea Rienzi - "deve ora sospendere il decreto e apportare tutte le correzioni richieste dai giudici. L'unica cosa certa in mezzo ai tanti dubbi e alla totale mancanza di informazioni per i cittadini, è che sul canone Rai in bolletta regna il caos più totale, motivo per cui il Governo farebbe bene a rinunciare del tutto al provvedimento".

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Foto: 123rf.com
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