La proposta del Cnf sarà inserita come emendamento al ddl sul lavoro autonomo

di Marina Crisafi - Un sì unanime da parte di tutte le professioni. È questo il bilancio positivo sulla proposta di introdurre un equo compenso per gli avvocati proposta dal Consiglio Nazionale Forense durante l'Agorà degli ordini forensi (leggi: "Avvocati: arriva l'equo compenso").

A darne notizia è lo stesso Cnf nell'ultima newsletter istituzionale (n. 293 del 15 marzo 2016) annunciando che la proposta ha incontrato il consenso di tutte le altre professioni e che, probabilmente, sarà inserita come emendamento al ddl sul lavoro autonomo all'esame del Parlamento.

Proposta che, si ricorda, sollecita l'introduzione di una disciplina tesa a garantire un compenso dignitoso all'avvocato tutelandolo nei rapporti contrattuali con i c.d. "clienti forti". Il fine è quello di impedire le convenzioni "capestro" imposte unilateralmente soprattutto dalle grandi imprese (come banche e assicurazioni), che spesso non rispettano la proporzione tra gli onorari spettanti ai legali in base alla qualità e quantità del lavoro svolto.

Da qui l'esigenza di un intervento normativo che, a detta del Cnf, mira a tutelare i professionisti e che "costituisce - si legge nella newsletter - una garanzia della qualità della prestazione a tutela dei cittadini".

Ora, il placet delle altre professioni favorirà il cammino della proposta che, a questo punto, stando all'impegno dei rappresentanti delle varie categorie, troverà un suo spazio come integrazione al più ampio progetto di legge sul lavoro autonomo.

Sempre in tema di compensi, chiosa infine il Cnf, è stato costituito un gruppo di lavoro all'interno dell'Agorà che, insieme alla commissione interna, lavorerà ad un "tagliando" dei parametri dopo questa prima fase di applicazione.


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