La denuncia dell'Ilo e la crescita di camioniste, meccaniche e elettriciste al "femminile"

di Marina Crisafi - Nella giornata dedicata alla festa internazionale della donna, tra commemorazioni e celebrazioni che parlano di conquiste sociali, politiche ed economiche ottenute, arriva come una doccia fredda il rapporto dell'Organizzazione Mondiale per il Lavoro. Secondo l'Ilo, infatti, il gap esistente tra uomini e donne in ambito lavorativo è ancora molto elevato e ci vorranno almeno 70 anni per colmarlo.

Questo sia dal punto di vista degli stipendi, che vedono le donne guadagnare il 23% in meno degli uomini, ma soprattutto, cosa ancor più grave, dal punto di vista occupazionale vero e proprio. Il dato allarmante del rapporto mostra come il divario di genere è sempre più pronunciato e si chiude al rallentatore (lo 0,6% negli ultimi vent'anni). In particolare, ad oggi, risulta che mentre il 72% degli uomini è occupato, la percentuale femminile si attesta soltanto al 46%.

Ciò significa che "negli ultimi 20 anni - constatano i ricercatori dell'Ilo - i significativi progressi delle donne nell'istruzione non si sono tradotti in un miglioramento paragonabile della loro posizione al lavoro".

Senza contare che 200 milioni di donne anziane, ad oggi, vivono senza una pensione regolare, contro i 115 milioni degli uomini che si trovano in questa condizione.

Per contro, stando ai dati della Camera di Commercio di Monza e Brianza, aumentano sempre di più le donne che fanno il lavoro degli uomini.

Secondo le elaborazioni della Camcom, infatti, continuano a proliferare le declinazioni al femminile di tanti mestieri considerati per tradizione "maschili". E in Italia, ad oggi, si contano: ben 3mila camioniste (pari al 5,6% del totale degli autotrasportatori); 480 elettriciste (il 4% del totale), 1.000 tappezziere, 300 falegname, 370 calzolaie, 2.700 fabbre e 1.230 meccaniche. Ci sono poi, oltre 480 idrauliche e ogni 100 nuove imprese nel settore 3 appartengono a una donna (dati 2015).

'La dimensione femminile è un formidabile motore di crescita economica, una straordinaria leva di cambiamento sociale e politico in tutto il mondo, ed è per questo che sembra oggi la più adeguata per affrontare le nuove sfide globali", dichiara la presidente del Coordinamento Regionale dei Comitati per l'Imprenditoria femminile

Lombardi e del Comitato della Camera di commercio di Monza e Brianza, Mina Pirovano.

"Un patrimonio unico di competenze - aggiunge - che va assolutamente promosso e incoraggiato a misurarsi sul mercato attraverso l'impresa". Ma la politica deve fare la sua parte. "Occorre disegnare un quadro normativo che crei e rafforzi gli strumenti di flessibilità nel mercato del lavoro - chiosa la Pirovano - sviluppando le possibilità delle donne di accesso al mercato e alle risorse finanziarie'.


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