In forza dell'entrata in vigore del d.lgs. n. 158/2015 è diritto dei contribuenti vedersi applicata la sanzione più favorevole. Anche retroattivamente

di Valeria Zeppilli - "Tempi duri" per il fisco: l'Agenzia delle Entrate, infatti, dovrà rivalutare le sanzioni applicate sino alla fine dello scorso anno. 

Il decreto legislativo numero 158/2015 (entrato in vigore il 1° gennaio 2016 per espressa previsione del comma 133 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2016) ha infatti riscritto il regime sanzionatorio rendendolo più clemente verso i contribuenti. 

Contribuenti che stanno iniziando ad avanzare la pretesa di vederselo applicato

Del resto, nel nostro ordinamento è espressamente previsto che se la legge vigente alla data in cui è stata commessa una violazione e la legge posteriore non prevedono la medesima sanzione, al contribuente va applicata la sanzione più leggera.  

Il decreto 158, più nel dettaglio, è intervenuto ad attuare le disposizioni di cui alla delega fiscale contenuta nell'articolo 8 della legge numero 23/2014.

In tale occasione, nonostante siano state inasprite le modalità di repressione delle condotte fiscali più insidiose, in generale si è avuta una riduzione delle sanzioni amministrative tributarie. Si pensi, ad esempio, a quelle per infedele fatturazione di operazioni imponibili o a quelle per infedele dichiarazione.

A tal proposito, come riportato da ItaliaOggi, lo stesso vicedirettore dell'Agenzia delle entrate, Ursilli, ha confermato ai sindacati dei lavoratori, incontrati lo scorso 18 febbraio, la necessità di adeguarsi al mutamento di regime.

La strada percorribile, dinanzi alle giuste pretese dei contribuenti, è quella di disporre l'annullamento parziale delle cartelle, per conformarle ai nuovi importi sanzionatori.  


Valeria Zeppilli

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