Presentata un'interrogazione parlamentare per tutelare i cittadini delle aree scarsamente servite dal segnale RAI
di Lucia Izzo - Non si frena il dibattito sul canone RAI il cui pagamento da quest'anno sarà inserito direttamente nella bolletta elettrica.
Una manovra pensata per combattere l'elusione della tassa gravante sull'apparecchio radiotelevisivo, che pertanto dovrà essere pagata da chiunque possiede un apparecchio radio o TV.
Proprio su queste basi è stata sottoposta un'interrogazione parlamentare, da parte della deputata Laura Fasiolo, rivolta ai ministeri dello Sviluppo Economico, dei Trasporti e delle Finanze, con cui si evidenzia che "migliaia di cittadini residenti in aree montane o vallate, non raggiunte da un segnale sufficiente per la ricezione in chiaro delle trasmissioni televisive diffuse sulla piattaforma del digitale terreste, hanno dovuto provvedere, a proprie spese, all'acquisto di un decoder satellitare e all'installazione dell'antenna parabolica per un importo complessivo di circa 250 euro".
Infatti, si evidenzia nell'interrogazione, dopo il passaggio al segnale digitale terrestre, numerosi sindaci e amministratori italiani hanno segnalato le costanti e crescenti difficoltà di accesso al servizio televisivo da parte di singoli e famiglie residenti nelle zone montane, in particolare nei borghi delle aree interne, più difficilmente raggiungibili.
Ciò ha comportato notevoli costi anche a carico degli enti territoriali, in primis le Comunità montane e le Unioni montane, che negli ultimi 10 anni, hanno acquistato e gestiscono direttamente, con notevoli costi, impianti di diverse dimensioni e potenza per assicurare la trasmissione del segnale televisivo anche nelle valli più interne e nelle zone d'ombra non raggiunte dal segnale delle torri gestite da Rai Way.
Pertanto, viste le difficoltà di ricezione del segnale televisivo e radiofonico, viene chiesto al Governo di valutare la necessità di "attuare interventi di indirizzo nei confronti del concessionario unico del servizio pubblico radiotelevisivo" per poter "avviare un completo monitoraggio su tutto il territorio italiano relativo alla ricezione del segnale televisivo, coinvolgendo nel monitoraggio le Regioni, le Unioni di Comuni, le associazioni di enti locali quali Anci e Uncem".
Lo scopo è quello di potenziare le infrastrutture per la trasmissione del segnale televisivo in particolare nelle aree montane e più interne del Paese.
L'innovazione contenuta nella proposta riguarda, nelle more dell'attuazione degli interventi richiesti, il riconoscimento di una riduzione del canone di abbonamento al servizio radiotelevisivo per quei cittadini che risiedono in comuni non raggiunti o raggiunti solo parzialmente dal segnale diffuso dagli impianti di proprietà di Rai Way SpA.
Tale richiesta è giustificata, secondo l'interrogazione, dal fatto che "all'obbligo al pagamento dell'imposta del canore Rai deve corrispondere la reale possibilità di fruizione del servizio radiotelevisivo, garantendo la ricezione di tutti i canali in chiaro, in particolare quelli del servizio pubblico".

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