Via libera dal Consiglio Superiore di Sanità allo schema di decreto del ministero che taglia l'assistenza su 180 prestazioni sulle 1700 del nomenclatore

di Marina Crisafi - Dentista, allergologo, tac e risonanze magnetiche, oltre ovviamente agli esami di laboratorio effettuati in assenza di sospetti diagnostici.

Sono solo alcune delle prestazioni "inappropriate" contenute nello schema di decreto messo a punto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha ricevuto il via libera dal Consiglio Superiore di Sanità.

Una stretta in nome di una razionalizzazione della spesa sanitaria, frutto del maxiemendamento al ddl enti locali approvato durante l'estate (leggi: "Il decreto omnibus è legge. Visite ed esami superflui si pagheranno di tasca propria") che taglierà dall'assistenza 180 prestazioni considerate a rischio di inappropriatezza sulle oltre 1700 previste dal nomenclatore.

L'obiettivo è quello di frenare la c.d. medicina "difensiva" finalizzata soltanto a mettersi al riparo da eventuali contenziosi e che costa allo Stato qualcosa come 13 miliardi l'anno.

Per raggiungere tale obiettivo con il dl enti locali si è demandato ad un decreto ad hoc la fissazione delle condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale.

Ne deriva che se l'esame, la visita o comunque la prestazione rientrano tra le 180 individuate come inappropriate, il costo sarà interamente a carico del paziente.

Non solo. Ad essere sanzionato sarà anche il medico prescrittore, il quale nell'ipotesi di comportamento non conforme alle indicazioni del decreto verrà invitato a spiegare le "ragioni" dell'inosservanza e in mancanza ovvero in caso di giustificazioni insufficienti, pagherà di tasca propria con "una riduzione del trattamento economico accessorio".

Ora, ricevuto l'ok dall'organo consultivo, il decreto dovrebbe approdare sul tavolo del consiglio dei ministri previo incontro con sindacati e società della categoria.

Ma i camici bianchi, come riportato dall'Agi, già annunciano battaglia. Pur consapevoli del momento delicato che vive il SSN, "ci impegneremo - ha dichiarato infatti il segretario nazionale Fimmg, Giacomo Milillo - perche' le disposizioni del provvedimento non si riducano a un mero taglio di prestazioni ma vadano nella direzione di comportamenti clinici orientati all'efficacia degli interventi".



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