Il Ministero dello sviluppo economico fa chiarezza sulla portata degli obblighi previsti per i possessori di impianti di aria condizionata

Ha destato molte preoccupazioni la notizia secondo cui il Governo avrebbe introdotto una nuova "tassa sui condizionatori".

Milioni di italiani, afflitti dal caldo, sono andati su tutte le furie.

Prontamente però (e per fortuna!) è arrivata la smentita del Ministero dello Sviluppo economico che, con una nota diffusa nel pomeriggio del 23 luglio, ha chiarito l'esatta portata del nuovo provvedimento.

Si tratta, nel dettaglio, di una novità che è stata introdotta in Italia già nel 2014 in adeguamento alle normative europee sulla tutela dell'ambiente e che comporta l'obbligo, per i possessori di impianti di aria condizionata di potenza superiore a 12 kw, di dotarsi di un libretto di impianto e di sottoporli a controlli quadriennali.

Non si tratta tecnicamente di una tassa ma di un adempimento a tutela dell'ecosistema e che serve migliorare l'efficienza energetica. Gli impianti interessati sono quelli di maggior potenza e non quelli utilizzati normalmente nelle case degli italiani.

La maggior parte dei cittadini, quindi, potrà dormire sonni sereni e "freschi"!

Ma va fatta una precisazione: come messo in evidenza anche da Confesercenti, dalla spesa non sfuggono comunque gli immobili ad uso abitativo di grandi dimensioni e interamente climatizzati; quelli, in sostanza, che utilizzano impianti di potenza superiore al limite fissato.

Oltretutto si tratta di adempimenti che comunque comportano dei costi per i soggetti interessati, costi che secondo Federconsumatori e Adusbef potrebbero rovesciarsi indirettamente sui consumatori attraverso un aumento dei prezzi da parte, ad esempio, degli esercizi commerciali interessati.

Tale rischio, in ogni caso, può essere in parte arginato dal fatto che si tratta di adempimenti che generano efficienza energetica e conseguente contenimento dei costi delle bollette.

Valeria Zeppilli

In evidenza oggi: