Sotto accusa l'attività di profilatura degli utenti iscritti anche quando condividono o fanno click su like

A pochi giorni dalla sentenza della Suprema Corte italiana che equipara gli insulti pubblicati su Facebook alla diffamazione a mezzo stampa, giunge da Bruxelles la notizia di una nuova "grana" per il popolarissimo social network di Palo Alto.

Il Garante della Privacy ha infatti fatto causa al colosso di Zuckerberg con l'accusa di violazione della privacy

Oggetto del contendere sarebbero le modalità poco trasparenti con cui Fb raccoglie i dati personali dei suoi utenti (e non solo loro)

Secondo l'accusa - che poggia su uno studio condotto dalle Università di Leuven e Bruxelles - l'acquisizione di tali informazioni avverrebbe, il più delle volte, senza che ne vengano dichiarate apertamente le finalità; e, in certe circostanze, addirittura senza che l'utente ne sia avvertito! In particolare, i giudici belgi intendono fare luce sull'attività di tracciatura, attraverso i cookie, degli iscritti Fb quando questi utilizzano le azioni di condivisione e like su siti esterni al social network. Ma il processo verterà anche sul trattamento dei dati di quegli internauti che, pur non iscritti a Facebook, fruiscono dei servizi di Instagram e Whatsapp - di proprietà dello stesso gruppo.

Il rastrellamento di eventuali informazioni riservate da parte della piattaforma statunitense potrebbe, infatti, mirare alla elaborazione di pubblicità molto profilate e personalizzate, venendo a costituire comunque una poco rispettosa forma di "schedatura".

Ora la parola spetta al Tribunale di Bruxelles.




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