Il 27 febbraio 2015 il Governo porterà in Consiglio dei ministri un decreto legge e un disegno di legge delega per delineare la riforma della scuola italiana
Il 27 febbraio 2015 il Governo porterà in Consiglio dei ministri un decreto legge e un disegno di legge delega per delineare la riforma della scuola italiana e dare forma concreta a quella che il Premier ha denominato "Buona Scuola". Ecco i principali punti che connotano i due provvedimenti
La riforma mira all'abolizione del precariato e al rilancio dell'autonomia scolastica. Con la cancellazione delle graduatorie ad esaurimento saranno immessi in ruolo 148.000 precari e al contempo con l'apertura a nuove forme di concorso dovrebbero essere reclutati insegnanti all'altezza dei compiti riservati loro dalla scuola del domani
Gli aumenti di retribuzione non saranno più legati all'anzianità di servizio ma agli scatti di merito. I docenti saranno valutati tenendo conto dell'attività di formazione seguita nell'ultimo triennio e dell'attività didattica svolta. Ogni tre anni, circa due terzi degli insegnanti dovrebbero ricevere in busta paga sessanta euro netti mensili grazie ad una carriera premiata dal lavoro in classe, dalla formazione e dal contributo al miglioramento della scuola. 
Vengono introdotte nuove materie quali musica e sport nella scuola primaria e viene potenziato l'insegnamento della storia dell'arte nelle secondarie. Nei programmi della scuola elementare verranno introdotte le basi della programmazione e della logica computazionale, ossia per i nativi digitali diventerà materia di studio l'educazione al pensiero computazionale. 
Gli studenti, a partire dal terzo o dal quarto anno di scuola superiore, potranno personalizzare il curriculum scegliendo alcune materie opzionali tra una rosa di discipline offerte dalla scuola. 
Per avvicinare il sapere teorico e il mondo della scuola alla realtà delle imprese e per creare un ponte tra mercato del lavoro ed istruzione superiore, con la riforma l'alternanza scuola-lavoro per almeno duecento ore l'anno diventerà prassi per tutti gli studenti delle scuole secondarie, anche attraverso l'impresa didattica e il potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.
Giovanna Molteni

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