L'accordo dovrebbe consentire subito alle autorità italiane di individuare possibili evasori che detengono capitali all'estero
L'Italia e la Svizzera hanno siglato un accordo in materia fiscale che dovrebbe mettere fine al segreto bancario e fare in modo che il "paese del cioccolato" possa uscire dalla black list degli stati che l'Italia considera non collaborativi in materia fiscale. 
L'accordo dovrebbe consentire subito alle autorità italiane di individuare possibili evasori che detengono capitali all'estero e ciò dovrebbe 'incentivare' il rientro di capitali attraverso l'adesione alla voluntary disclosure.
Sulla base di questo accordo sarà possibile lo scambio di informazioni tra i due paesi. Inizialmente questo scambio potrà essere fatto su richiesta ma a partire dal 2018 ci sarà uno scambio automatico di informazioni riferito all'anno precedente.
Novità sono previste anche per i lavoratori frontalieri. Come si legge nel comunicato stampa del Ministero dell'Economia: "Insieme al Protocollo è stata anche sottoscritta una 'road map', un documento politico che fissa il percorso per la prosecuzione dei negoziati su altre questioni tra cui la tassazione dei lavoratori frontalieri".
 
L'accordo oggi in vigore (firmato nel 1974) - si legge nel comunicato - "riguarda solo i frontalieri italiani e prevede la tassazione esclusiva in Svizzera con il ristorno del 40% dei gettito ai Comuni italiani della zona di confine".  Il nuovo accordo è invece impostato su basi innovative ed è prevista la reciprocità: anche i frontalieri svizzeri che lavorano in Italia saranno compresi nell'accordo. 

Secondo quanto afferma il ministro Padoan, ci saranno dei grandi benefici per la finanza pubblica e il Presidente del Consiglio parla addirittura di un possibile rientro di miliardi di euro.

Nel frattempo si annuncia anche la firma di un accordo simile con il Liechtenstein nell'ottica di una eliminazione progressiva dei paradisi fiscali.
Per saperne di più è possibile scaricare qui sotto il PDF del comunicato stampa del Ministero.
Vai al testo del Comunicato Stampa N° 40 del 23/02/2015 del Ministero dell'Economia

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