Dall'1 gennaio 2016 per andare in pensione serviranno 4 mesi in più.

Ad allungare i tempi per l'addio al lavoro per i circa 300mila italiani pronti per il pensionamento è il decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 16 dicembre scorso (pubblicato in G.U. n. 301 del 30 dicembre 2014).

Il decreto recepisce gli aggiornamenti dei parametri sulla "speranza di vita", rilevata dall'Istat, rappresentando, pertanto, un rinvio già atteso ma che ha sortito comunque l'effetto "sorpresa" (amara, sic!) una volta messo nero su bianco in Gazzetta Ufficiale.

Ma il provvedimento del Mef non si limita a spostare i requisiti d'età per i pensionamenti per i lavoratori (uomini e donne) del pubblico e del privato in base alle nuove aspettative di vita.

Al suo interno, infatti, viene aggiornato anche il sistema delle quote pre-Fornero, che ancora è valido per determinati target tra cui i prepensionati del pubblico impiego, i lavoratori adibiti ad attività usuranti e gli esodati.

Per tutti costoro, dal 2016 "i valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva di cui alla tabella B allegata alla l. n. 243/2004 e successive modifiche ed integrazioni" verranno ulteriormente incrementati di 0,3 unità.

Ciò significa che il diritto all'uscita dal lavoro potrà essere conquistato solo con il raggiungimento della quota 97,6 e 61 anni e 7 mesi di età (contro i 97,3 e 61 anni e tre mesi di oggi). 

Decreto_Mef_16_dicembre_2014
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