Il Decreto, cosiddetto "Sblocca Italia", approvato dal Consiglio dei Ministri il 29 agosto, è approdato alla Camera. In particolare, un emendamento approvato nella commissione Ambiente della Camera a firma del grillino Crippa prevede la riduzione dell'aliquota iva dal 10% al 4% per le ristrutturazioni edilizie.
Sul piano pratico, chi ristruttura un immobile potrà avvalersi della tassazione iva ridotta: a ciò si aggiunge la possibilità -prorogata per tutto il 2015 dalla legge di Stabilità- di beneficiare della detrazione Irpef del 50% sulle ristrutturazioni e di quella Irpef e Ires del 65% sugli interventi per il miglioramento delle prestazioni energetiche.
 La riduzione dell'aliquota iva in oggetto sarà coperta con l'incremento dell'iva (che sale dal 4 al 10%) per le nuove costruzioni vendute direttamente dalle imprese come prima casa. La ratio della misura è quella di incentivare il recupero del patrimonio edilizio e scongiurare il rischio di un ulteriore consumo del suolo. 

La nuova misura però pone non pochi problemi, sul piano delle coperture e sotto il profilo della compatibilità con la normativa Ue. 
Sotto il primo profilo, la relazione dei tecnici della Camera evidenzia come l'iva al 4% sulle ristrutturazioni e l'iva al 10% sulle nuove costruzioni potrebbero non compensarsi. 
In secondo luogo, occorre tenere presente che la normativa comunitaria permette agli Stati membri di adottare due aliquote ridotte comunque non inferiori al 5%, con la conseguenza che l'aliquota in questione si configura come ultra ridotta.

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