I dipendenti del  settore pubblico, generalmente, non godono di una progressione automatica della retribuzione in dipendenza della sola anzianità di servizio.  I cd. Scatti di anzianità r/esistono ancora solo nel Comparto Scuola e in quello della Ricerca.

In tempi di vacche magre, come quelli che stiamo vivendo, gli scatti costituiscono l'unica speranza di un miglioramento della retribuzione: ecco perché la materia è così calda.  D'altro canto non si può dimenticare che la contrattazione è bloccata per legge (L. 122/2010 e successivi interventi legislativi) e che l'ultimo vero CCNL del Comparto Scuola risale al 2007.

Sugli scatti di anzianità si è potuto verificare da parte dei vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni un vero e proprio accanimento, giustificato dall'ossessione del contenimento della spesa pubblica per il personale in servizio.  Si dimentica, però, che il sistema dei "gradoni" è strutturale e non esiste altro metodo di progressione della carriera nelle more dell'introduzione della mitica "valutazione" dei docenti.

Su questa materia si sono succeduti interventi diversi e con diversi strumenti normativi e contrattuali, compresi anche alcuni passi indietro che hanno permesso il recupero parziale di quanto era stato tolto.  

Si è creata così una situazione di confusione che disorienta il personale e gli operatori stessi del settore.

Il sistema degli scatti nel comparto scuola, modulato dal CCNL 4/8/2011, prevede uno sviluppo retributivo sorprendentemente privo di una progressione logico-matematica (gli scatti, invece, si susseguono in una progressione, in valore assoluto e percentuale, che tiene conto in modo molto raffinato della valutazione professionale delle diverse qualifiche e dei loro pesi specifici).  Il contratto del 2011 ha cancellato la Fascia da 3 a 8 anni come contropartita dell'immissione in ruolo di oltre 130.000 fra docenti e ATA; questa cancellazione, di fatto ha prodotto l'effetto di lasciare inalterato il monte salari dei nuovi assunti, in quanto il provvedimento di Ricostruzione di carriera, che si applica ai nuovi assunti dopo il superamento del periodo di prova, nonostante la patologica durata del periodo di precariato, non ha prodotto nessun miglioramento economico per il personale che ha stipulato i nuovi contratti a tempo indeterminato.

In riferimento ai numerosissimi precari che ancora lavorano nel Comparto Scuola c'è un'altra vicenda da considerare: il trattamento economico (e giuridico) a cui sono sottoposti è sicuramente discriminatorio nei confronti del personale a tempo determinato.  Per questo motivo la Commissione europea ha aperto recentemente un'ennesima procedura a carico dello Stato italiano sulla disparità di trattamento fra personale a tempo determinato e indeterminato: in sintesi viene leso un principio contenuto in diverse Direttive Europee e si contestano stipendi NON uguali a soggetti che svolgono lo stesso lavoro, senza considerare le gravi disparità dal punto di vista normativo.

Esiste già un vasto contenzioso seriale su questa problematica, che ha portato a diverse pronunce a danno dell'amministrazione; il nuovo governo ha ancora pochi giorni di tempo per rispondere a Bruxelles, altrimenti si avvierà la procedura alla Corte UE, che in caso di condanna e mancato rispetto della sentenza può comminare multe che partono da 10 milioni di euro.  Appaiono piuttosto deboli le argomentazioni difensive del Miur, già utilizzate in precedenti occasioni; le OOSS dal canto loro si stanno mobilitando per lanciare la parola d'ordine della "stabilizzazione", mentre è rimasto ancora in ombra il tema scottante della equiparazione economica.

La griglia degli scatti di anzianità è così strutturata:

La misura degli importi previsti in questa tabella era stata già determinata dal precedente CCNL del  23/1/2009; in questo contesto il DL 78/2010, convertito nella Legge 122/2010, (Governo Berlusconi e Ministro dell'Economia Tremonti) ha disposto il blocco degli stipendi per il personale pubblico negli anni 2011, 2012 e 2013 prevedendo espressamente il blocco delle progressioni di anzianità.  Il DL 78/2010, pertanto, ha stabilito la "non utilità" ai fini della progressione stipendiale per il personale scolastico degli anni 2010, 2011 e 2012.

Il blocco degi stipendi è stato prorogato al 2014, a seguito del DPR 122/2013, emanato in base alla spending review - Legge 135/2012, e conseguentemente è stata estesa all'anno 2013 la "non utilità" ai fini della progressione di carriera.

Già la Legge 122/2010 consentiva di recuperare l'utilità degli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 ai fini della progressione economica, utilizzando le risorse aggiuntive disponibili, attingendo al "fondo del 30%" costituito con i risparmi effettivamente conseguiti con la progressiva attuazione della "Riforma Gelmini" degli ordinamenti scolastici.

Infatti l'anno 2010 è stato reso, ai primi del 2011, ai dipendenti del Comparto scuola con un DM dello stesso Ministro Tremonti, che ha destinato il 30% dei risparmi certificati dal MEF a questo scopo.

Gli scatti del 2011 sono stati restituiti, invece, con il CCNL 13/3/2013 che ha utilizzato le risorse del fondo del 30% e 350 mln €, decurtati dal Fondo per il Miglioramento dell'Offerta Formativa.

Gli scatti del 2012 dovrebbero essere recuperati con un'ulteriore decurtazione del MOF, di cui sono stati accantonati 463 mln € con l'Intesa Miur-OOSS del 26/11/2013, attraverso una sessione negoziale fra ARAN e OOSS.

Gli scatti del 2013 sono stati provvisoriamente "non detratti" dal DL 3/2014, in attesa di conversione in Legge, e dovranno essere regolati attraverso un'ulteriore sessione negoziale.  Lo stesso DL 3/2014 proclama l'esigibilità degli scatti del 2014 senza alcuna contropartite a copertura della spesa.

In una sintetica Tabella il riepilogo della vicenda:

La vicenda degli scatti di anzianità ha reso ineludibile introdurre un nuovo sistema di progressione di carriera, più moderno, efficiente (con l'introduzione della valutazione per il personale) ed equo, che disinneschi anche la mina vagante del precariato con le sue rivendicazioni di non-discriminazione.

Il recupero degli scatti congelati dalla Legge 122/2010 e DPR 122/2013 ha prodotto, però, lo svuotamento del Fondo per il Miglioramento dell'Offerta Formativa, che ha subito un declino che impatta molto negativamente sulla qualità dell'istruzione e sulle opportunità che possono essere proposte dalle istituzioni scolastiche nei rispettivi Piani dell'Offerta Formativa.

La situazione rimane fluida: al momento presente tutti i dipendenti della scuola hanno un ritardo di due anni nel raggiungimento della posizione stipendiale successiva a quella in godimento: appare molto plausibile il recupero di un ulteriore anno con il prossimo CCNL.  Questo ritardo penalizza in modo grave per la mancata maggiore retribuzione e in modo ancora più grave il personale che richiede il trattamento pensionistico o deve essere collocato in quiescenza, in quanto manca il tempo per recuperare il ritardo e si determinano effetti perversi sulla quantificazione dell'indennità di buonuscita (interamente calcolata in base all'ultima retribuzione) e sull'importo della pensione, che dipende in varia misura dall'ultima retribuzione in godimento.

Abbastanza ragionevole è anche l'ipotesi del recupero dell'anno 2013, ma il sacrificio per le risorse del MOF determinerebbe l'azzeramento quasi totale del Fondo per i compensi accessori con ricadute non sostenibili nella gestione delle scuole.  La soluzione molto onerosa è in uno scatto di coraggio e di rinnovamento che attraverso un nuovo contratto collettivo porti alla rivalutazione delle retribuzioni, ferme comunque da troppi anni, con contestuale abbandono del sistema della progressione per anzianità e con l'introduzione di significativi meccanismi premiali e di carriera.  

Dott. Libero di Leo - http://www.liberodileo.it/


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