E' iniziato il countdown: il 13 settembre entrerà in vigore il decreto Monti e con esso spariranno 30 tribunali "minori",  220 sezioni distaccate e 667 uffici dei giudici di pace, destinati a confluire altrove e ad essere accorpati. A meno di un mese dalla discussa e controversa "rivoluzione" dell'amministrazione (e geografia)  giudiziaria, effetto dei tagli della spending review, permangono dubbi, contraddizioni e timori. Secondo Nicola Marino presidente dell'Oua, Organismo unitario dell'avvocatura "il 13 Settembre cominceranno traslochi verso il nulla, verso strutture spesso inesistenti e verso tribunali già ingolfati e caotici. Tutto a scapito di realtà che, invece, funzionano bene e che sono esempio di efficienza. Un paradosso tutto italiano". Pochi e deboli spiragli sembrano tuttavia aprirsi per i piccoli tribunali soppressi - la strada è stata di fatto aperta dallo stesso Dlgs 155 che permette di mantenere gli immobili sede degli uffici giudiziari soppressi a servizio dell'ufficio giudiziario accorpante per un arco di tempo non superiore ai cinque anni-. Arrivano infatti le proroghe, e non ci riferiamo al rinvio generalizzato di un anno ripetutamente chiesto dal Parlamento, quanto piuttosto ad un differimento per usi mirati e consentito al massimo per cinque anni. Per effetto dei 42 decreti firmati in questi giorni dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, molti dei 30 tribunali e delle 220 sezioni distaccate cancellati dal decreto legislativo 155 del 2012 non chiuderanno dunque in modo definitivo i battenti. La nuova geografia giudiziaria si prepara così ad un debutto soft: consolazione (magra) o ennesima presa per i fondelli? In virtù di tali decreti si renderà possibile l'uso degli immobili degli uffici soppressi per permettere di continuare l'attività giurisdizionale  (soprattutto per smaltire il contenzioso pendente)  e per conservare archivi e arredi. Ad esempio, i tribunali di Voghera  e di Vigevano così come la procura di Voghera e la sezione distaccata di Abbiategrasso, destinati ad essere accorpati al tribunale di Pavia, continueranno a funzionare per ulteriori sei mesi, in attesa che vengano portati a conclusione i lavori di ristrutturazione degli uffici del tribunale di Pavia. E ancora in Piemonte, la regione maggiormente interessata da decreto "taglia-tribunali", il foro e la procura di Pinerolo, destinati a confluire nella sede di Torino, hanno ottenuto un rinvio di dieci e dodici mesi rispettivamente, al fine do consentire la risoluzione delle liti pendenti, mentre il tribunale di Alessandria potrà continuare ad utilizzare i tribunali e le procure di Mondovì e Saluzzo per altri tre anni e sei mesi. "Il ministero  ha cercato di rispondere alle richieste dei diversi uffici  per garantire l'efficienza del servizio tenendo conto delle difficoltà sorte con gli accorpamenti", ha spiegato il sottosegretario alla Giustizia Maria Ferri.
Intanto continuiamo a chiederci una cosa: se l'idea della riforma  può essere condivisa, la logica di razionalizzazione ad essa sottesa, si tradurrà davvero in una migliore efficienza e in minori costi? Non si rischierà, ancora una volta, di privilegiare le lobby politiche e professionali? 
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