Il Consiglio Nazionale Forense (Circolare del 9 dicembre 2003), in vista della riforma dell'accesso alla professione forense, ha reso note le linee per la ristrutturazione del sistema formativo. Nella circolare è stato attribuito un ruolo centrale alle scuole, universitarie o organizzate dagli Ordini, obbligatorie che dovranno essere omogenee nei contenuti e armonizzate sul piano nazionale. E' stato stabilito che dette scuole dovranno poi darsi degli Statuti e dei regolamenti e dovranno essere governate da un Consiglio e da un direttore. Le scuole potranno prevedere un contributo da parte del praticante in ragione della qualità del servizio e, per rafforzare il senso d'impegno, è stato prevista la remunerazione degli insegnanti e degli avvocati che vi presteranno servizio. La verifica dei risultati, dell'impegno e dell'assiduità della frequenza da parte del praticante dovrà avvenire in modo continuo nel biennio. Al termine del biennio di teoria e pratica, dette scuole rilasceranno il diploma che sarà "titolo, nel regime definitivo, per l'accesso all'esame di Stato". Nel progetto di ristrutturazione sono previste 250 ore all'anno di lezioni da svolgersi, da parte del praticante, in parallelo con il tirocinio in uno studio. I modelli didattici saranno presto definiti: docenti e tutor dovranno fornire competenze tecniche e abilità professionali per formare i futuri avvocati.

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