ITALIANI SUPERSTARtassati. Storie di quotidiana ingiustizia n.3.
Il Governo ce la sta mettendo veramente tutta per risolvere la crisi? La crisi fatta di gente senza lavoro, di attività in continua perdita (meglio però di quelle costrette a chiudere proprio) e di famiglie che faticano ad arrivare a fine mese con i budget che si fanno sempre più stretti.

La mia domanda nasce spontaneamente dopo aver scorso qualche titolo di giornale, in cui si parla di programmi a favore del lavoro giovanile e vantaggi per chi sceglie di congedarsi e mollare il posto (ad un giovane naturalmente!) prima, di rifinanziamenti della Cig, così come di discussione se cancellare del tutto l'Imu sulla prima casa oppure alzare il tetto dello sgravio.

In tutto questo bailamme di decisioni da prendere e confutazioni da fare, eco che spunta nuovamente una nota dolente per l'ammaccata economia: l'aumento dell'Iva. Che come ormai sappiamo, ma forse non rammentiamo, il primo di luglio venturo dovrebbe passare dal 21% al 22%. Un aumento che detto (o scritto) così non pare essere il peggio del peggio, ma che alla fin della fiera rischia di essere altrettanto odioso come l'Imu tanto contestata. Anzi alla lunga anche di più. Il subdolo aumento ci colpirebbe in quasi tutti i prodotti e i beni di cui godiamo giornalmente, dal cibo ai prodotti per la cura della casa o personale, dalla benzina a, ovviamente, i mezzi di trasporto.

Giorno dopo giorno, mese dopo mese, ecco la sorpresona: una parte di quei soldi risparmiati con l'Imu si volatilizzerà comunque. E se quest'anno (visti i pochi mesi di applicazione dell'aumento) la spesa in più, per quel ridicolo 1%, oscillerà tra i 130 e 200 euro (secondo calcoli della Confcommercio e della Cgia di Mestre, ndr), l'anno successivo raddoppierà. Se poi si aggiungeranno i soliti ritocchini post anno nuovo, la cifra lieviterà ancor maggiormente. Si fa in fretta dunque a capire quanto possa essere subdolo questo provvedimento economico. Un gettito però che ingolosisce lo Stato, che nel 2014 potrebbe intascare circa 4,2 miliardi, pareggiando quasi le perdite da Imu.

L'aumento però, al solito, colpirebbe tutti, dai ricchi ai poveri. Democratico, per carità, nulla da eccepire. Però, forse, data la situazione di massima criticità sociale, in cui si avverte il bisogo di ammortizzatori sociali più efficaci...vi pare giusto tassare tutti? Forse meglio, come propone Fassina, lasciare che l'Imu sulla prima casa sia pagata da chi supera un ipotetico tetto di franchigia fissato a 450 euro. Contribuirebbero così soltanto il 25% delle famiglie italiane, mentre il 100% trarrebbe beneficio dall'Iva cristallizzata a quota 21%.
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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