La Corte di Giustizia Europea, ha stabilito che l'aver conseguito una laurea in legge in uno dei paesi dell'Ue, anche se diverso dall'Italia, da diritto all'iscrizione nel registro dei praticanti avvocati anche nel nostro Paese. La Corte ha evidenziato come le Autorità Italiane non possono rifiutare la richiesta di iscrizione se non prima di aver comparato i diplomi, tenendo conto delle differenze esistenti tra gli ordinamenti giuridici nazionali e senza, eventualmente, aver richiesto, all'interessato, di dimostrare di aver maturato le conoscenze mancanti. In caso contrario verrebbe ostacolata la libertà di stabilimento e di circolazione. Con questa motivazione la Corte ha accolto il ricorso presentato da una cittadina francese che si era vista rifiutare l'iscrizione al registro dei praticanti nonostante la laurea in legge conseguita in Francia e un periodo di tirocinio presso lo studio di un avvocato italiano.

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