Il Presidente dell'Associazione Nazionale Forense, denuncia il fatto che sia stato presentato un emendamento al Decreto Legge Sviluppo per reintrodurre nel nostro ordinamento la mediazione obbligatoria nonostante la recente pronuncia della Consulta. La mediazione obbligatoria era stata inserita nel nostro ordinamento con il d.lgs 28 del 2010 e la questione di legittimità costituzionale era stata sollevata dal TAR del Lazio. Il 24 ottobre la Consulta aveva evidenziato un eccesso di delega da parte del Governo con la conseguenza che la norma non poteva prevedere l'obbligatorietà della mediazione. 
Naturalmente la pronuncia non elimina la possibilità di ricorrere alla mediazione civile, semplicemente ne rimuove l'obbligatorietà. In sostanza sono le parti a poter decidere liberamente se far ricorso a questa procedura oppure se iniziare un normale iter processuale certamente più lungo e costoso. 
In questo scenario ciò che ha provocato la reazione del Presidente dell'ANF è l'inserimento nel decreto legge dell'emendamento n. AC5534 bis ad opera dei Senatori Sabatino Aracu (PDL) e Carmelo Briguglio (FLI) e cui si sono aggiungi Federico Palomba e Anita Di Giuseppe dell' IDV. 
Nell'emendamento viene sottolineato come la Corte Costituzionale abbia rilevato solo un vizio di forma, ovvero l'eccesso di delega, e che quindi lo stesso viene sanato attraverso questo emendamento che modifica l'articolo 5 del decreto legislativo 28 del 2010. 
L'emendamento in oggetto stabilisce che chi intende esercitare un'azione in materia di condominio, diritti reali, divisioni, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazioni, comodato, affitto di aziende, risarcimento danni derivanti dalla circolazione di veicoli e natanti, responsabilità medica, diffamazione a mezzo stampa o con altra forma di pubblicità, contratti bancari, assicurativi, finanziari, deve preliminarmente esperire il procedimento di mediazione. 
Particolare attenzione meritano le motivazioni che hanno portato i senatori dell'IDV ad appoggiare questo emendamento, viene rilevata la necessità di tutelare gli studi legali che hanno investito in questa procedura facendo affidamento sulla sua obbligatorietà e di snellire il carico processuale per evitare richieste di risarcimento danni nei confronti dello Stato da parte di cittadini vittime dei ritardi processuali che si verificano con il normale iter processuale.
Il Pesidente ANF si augura invece che il Parlamento non approvi questo emendamento inserito con il preciso scopo di bypassare una sentenza della Corte Costituzionale al solo fine di tutelare le solite lobby e si augura che ci sia un tavolo di confronto presso il Ministero della Giustizia.

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