Questa potrebbe essere la drammatica prova del nove (o grande flop), e cioè che far pagare le tasse a chi di soldi ne ha tanti è assai più difficile che non farlo fare ad impiegati (inclusi quelli atipici) e pensionati. Con il grave rischio che si continuerà a far pagare sempre e soltanto questi ultimi, proprio a causa dell'insuccesso. La "prova", o flop, a cui mi riferisco è la tassa sulla proprietà di mezzi da diporto (imbarcazioni, insomma), che era stata introdotta lo scorso dicembre con il decreto Salvaitalia, il primo del governo Monti. La tassa, dovuta entro maggio di quest'anno, avrebbe dovuto colpire una buona fetta di abbienti, con cifre per il bollo tra gli 800 ai 25 mila euro, in base naturalmente alla lunghezza della "barchetta". Sotto i 10,1 metri nulla è dovuto.

La manovra, correttissima sulla carta, prevedeva di far entrare ben 250 milioni di euro, cifra di tutto rispetto in questi tempi di vacche scheletriche. Purtroppo le riscossioni si sono fermate a quota 24 milioni, meno di un decimo della cifra auspicata. Ad essere soggetti al pagamento di questa tassa, tutti i paperoni della nautica (ma un 10,1 metro è una barca da super-magnate?) con residenza italica, oppure società o singoli individui non residenti ma con stabili organizzazioni in Italia.

La Camera, durante un question time nei giorni scorsi, ha cercato di approfondire il perché di questo flop. Già perché? Perché, come in molti sostengono, tra gli altri il presidente di Assomarinas (Associazione italiana porti turistici) Roberto Perocchio, le imbarcazioni che contano sono scappate all'estero? Su questo punto il sottosegretario alle Finanze, Vieri Ceriani, ha i suoi dubbi; i dati sull'esodo includono anche barche non soggette a super-tassa. Quindi?

Quindi, chi ha più possibilità economiche ha accesso a migliori consigli su come evadere realmente le tasse (non solo non pagare il canone o l'Imu). Sa bene che è sufficiente una vendita ad una società straniera fittizia, et voilà, la barca non è più qua (in un porto italiano e, soprattutto, in un registro delle imposte italiano). Inutile spremersi troppo le meningi, fa venir solo un gran mal di testa. Invece di cercare di capire perché non tutti pagano, sarebbe meglio agire in maniera più risoluta. Facciamo come in Inghilterra, dove gli evasori che contano (non i pesci piccoli) sono finiti in rete con tanto di foto segnaletica. Questo sì che sarebbe un bello smacco per tanti riches e nouveaux riches, che credono di poter sempre fare quel che vogliono. Troppo semplice per lo Stato puntare a incassare solo con chi non può preventivamente far nulla, perché la gabella gli viene detratta direttamente dalla busta paga o dalla pensione. Anche loro dovrebbero poter scegliere di evadere.

Perché siamo una democrazia o no? Ecce: libera evasione in libero stato....o non era proprio così?
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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