Approda oggi in Consiglio dei Ministri la riforma del l cher il Ministro Fornero ha definito come un progetto "vasto, comprensivo, ambizioso, risultato di un dialogo durato, secondo alcuni troppo, secondo altri troppo poco, ma per noi quanto basta per avere idee sufficientemente mature". La novità più significativa è quella riguardante il tanto discusso articolo 18: i lavoratori potranno essere licenziati anche solo per motivi economici, ma nel caso in cui un giudice dovesse appurare che si tratta di un licenziamento non legittimo, il lavoratore potrebbe ricevere un indennizzo pari a 15-27 mensilità sulla base dell'ultima retribuzione ricevuta; la stessa regola vale anche per il licenziamento per ragioni disciplinari. E' prevista invece la possibilità di essere riassunti per coloro che dovesse esserero essere vittima di licenziamento discriminatorio. La regola vale anche nelle aziende con meno di 15 dipendenti. E' stata introdotta anche una tassa sul licenziamento, pari ad un mese e mezzo di stipendio.

Novità anche per quanto riguarda i contratti: il Governo controllerà che le imprese li applichino regolarmente, in particolar modo nei casi in cui si tratta di facilitare l'accesso ai giovani nel mondo del lavoro. Proprio per andare incontro ai giovani è stato inoltre rivisto il concetto di apprendistato, che dovrà avere una durata minima. E' anche previsto l'obbligo di far diventare una parte degli apprendisti dei dipendenti a tempo indeterminato.
Nei contratti a termine verranno aumentati dell'1,4% i contributi a carico delle imprese, ma per chi assume a tempo indeterminato verranno restituiti 6 mesi di maggiorazione.

La riforma degli ammortizzatori sociali entrerà in vigore nel 2017: i lavoratori saranno tutelati dalla classica cassa integrazione e dall'assicurazione sociale per l'impiego per chi viene licenziato.

I soggetti tutelati passeranno da 8 milioni a 12 milioni, inclusi coloro che hanno contratto a termine e apprendisti. Chi perde il lavoro avrà un assegno mensile di massimo 1,119 euro per non più di 18 mesi.

Altra novità della riforma del lavoro è rappresentata dall'Aspi, che prenderà il posto dell'indennità di mobilità, degli incentivi di mobilità, della disoccupazione per apprendisti, della cassa integrazione in deroga e avrà un tetto massimo di 1.119 euro. Coloro che potranno accedervi dovranno necessariamente avere almeno 2 anni di anzianità e 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio. Ha una durata di 12 mesi, portata a 18 mesi per i lavoratori al di sopra dei 55 anni. Dopo i primi 6 mesi viene ridotta del 5%, e dopo ulteriori 6 mesi del 15%.

Istituito anche un Fondo solidarietà per lavoratori anziani, un aiuto per quei lavoratori che perdono l'impiego a pochi anni dal raggiungimento della pensione: sarà pagato dalle aziende e sarà su base assicurativa.

Riforme anche per la Partita Iva, che sarà trasformata in collaborazione subordinata qualora il rapporto di lavoro in un anno sia superiore ai 6 mesi, faccia ottenere al lavoratore più del 75% dei ricavi, e qualora il lavoratore abbia una postazione personale presso chi gli fornisce il lavoro.

Per limitare gli abusi del lavoro part-time e delle collaborazioni, è stato inoltre istituito l'obbligo di comunicare ogni variazione di orario: nei contratti a progetto aumenteranno i contributi e le definizioni dovranno essere più concise, mentre sono stati aboliti gli stage non retribuiti.

Leggi il dossier del Ministro sulla riforma del lavoro

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