Caro Zibaldone dei pensieri in libertà, se uno ospita in casa una feroce banda di albanesi, li deve inserire diligentemente nel questionario con tanto di crimini commessi? Poiché mia moglie sta attraversando un momento di particolare intensità di impegni, sovraccarica di mansioni professionali e personali, decido di aiutarla a compilare il censimento. Ci salto pure il pranzo. Sono solo: Ilaria ha accompagnato la mamma ad un esame ospedaliero preoccupante: il censimento mi farà bene, ha una funzione depurativa e mi svagherò anche un pochino. Sono proprio curioso, mi piacciono da matti le scienze statistiche. Per quanto mi riguarda, provvedo online rispondendo in una decina di minuti alle domande. Alcune penso siano state predisposte da un bambino di cinque anni per uno di tre già in odor di disoccupazione. Certo, nel periodo più terribile della storia d'Italia (tolte le guerre e le carestie, s'intende), in cui non si sa se l'Italia nel 2012 sarà ancora in piedi, potrà riscaldarsi o curare gli ammalati, stare a discettare di tali imbarazzanti banalità, del tipo quanto dista casa mia dal luogo di lavoro, mi lascia perplesso. Ma lo Stato non sa già tutto di me? Sono ancora cittadino italiano come dieci anni fa. Mio padre non ha nel frattempo mutato nazionalità anche perché è deceduto prima del precedente questionario. Sono un po' più incazzato rispetto al 2001 ma non trovo la casella di gradazione nel questionario. Lo Stato non sa solo qual è la lunghezza attuale della mia barba, che cambia di stagione in stagione. Ah, rispetto al censimento 2001 è imbiancata. A tratti lunga, lunghissima, a tratti più rasata. Sa, però, il colore delle mie orecchie: immutato. Ho sempre un solo ombelico. Mi duole una rotula, debbo fare un asterisco da qualche parte o passerà? Non ha lo Stato qualche ordigno che gli spieghi le distanze chilometriche? Un sito tipo ViaMichelin. Perché, in cambio di una montagna di soldi che ogni anno mi spilla senza offrirmi servizi dignitosi e senza garantirmi una pensione (quelli della mia età non penso ne godranno se non in misura minima), il Ministro (o, che diamine, una fetecchia di Sottosegretario) non mi porta pasta e cappuccio (la creeeeeema, prego, non le bolle, minchia!) alle sette del mattino invece di rompermi con il censimento?! Lo Stato sa che sono un libero professionista. Sa che ho la laurea in giurisprudenza; me la definisce vecchio stampo ("del vecchio ordinamento", che screanzato): che me lo chiede a fare?! Qual è il mio luogo di lavoro? Il Tribunale italiano in cui difendo oggi, la Cassazione romana di domani o la città della conferenza di dopodomani? Ho, però, un grosso problema, al momento insormontabile. Mi manca la password per compilare quello di mia moglie. Senza rompere con una telefonata al numero di soccorso, decido di inviare una mail intitolata nell'oggetto: richiesta password. Più chiaro di così. E' quella che mi serve, cribbio! Avevo circostanziato in mille maniere la richiesta per non passare per un mitomane che vuol fare il censimento di un'altra persona (sarebbe da TSO). Mi è appena arrivata dallo Staff ISTAT la risposta. Mi chiamano "Caro rispondente" (ma il rispondente non siete Voi, maremma chianina?!). Penso a Nanni MORETTI sul valore della chiarezza nell'esprimersi: chi parla male, pensa male. Se uno mi definisce 'rispondente', mi inquieto. Trascrivo con fedeltà la risposta Istat: "la presente per InformarLa che per ricevere il questionario dovrà aspettare l'arrivo del rilevatore comunale che, a partire dal 21 novembre, sta consegnando i questionari alle famiglie iscritte in anagrafe a partire dal 1° gennaio 2011. Il termine ultimo di riconsegna per il comune di Macerata è previsto per il 31 Gennaio 2011. Rimanendo a Sua completa disposizione, Le porgiamo Cordiali Saluti. Staff ISTAT". Caro Staff ISTAT, io volevo farVi risparmiare quella mappazza di carta che chissà quanto ci costa. Vi avevo chiaramente evidenziato che intendevo effettuare la compilazione online, risparmiandoVi così anche l'arrivo del rilevatore (grazie a Dio, so ancora leggere e scrivere e non ho bisogno del badante o tutor) e di UNA SOLA COSA abbisognavo: la password di mia moglie. Tranne qualche informazione (peraltro sbagliata, tipo l'anno) inutile, imprecisa e non richiesta, una punteggiatura discutibile, una maiuscola a sproposito, non mi è stato fornito quel che mi serviva. Il Prof. Enrico GIOVANNINI, se ha un briciolo di tempo tra tante comparsate televisive, potrebbe inviarmi per cortesia la password di mia moglie sopperendo alle carenze del suo staff? E' scritta in basso a destra su fondo grigio. Solo di quella ho necessità per compilare 'sto caizz di censimento. Anche perché, lo capirebbe anche un bimbo cinquenne, se chiamo il numero verde è un po' arduo farmi dettare un codice di quattordici lettere maiuscole e minuscole frammiste a numeri all'impazzata. A proposito, caro Prof. Giovannini, perché alla sezione del questionario "Difficoltà nella vita quotidiana" possiamo anche non rispondere? Dove sono le caselle dei vari improperi per chi ci ha governati sino ad ora nell'ultimo decennio? Perché non è contemplata la sezione: se avesse saputo a vent'anni che l'Italia sarebbe andata a finire così come la vede oggi, dove sarebbe espatriato: a) Uganda di Idi Amin. b) Cile di Pinochet. c) Argentina di Jorge Videla. d) Paese tribale indistinto ove praticano stabilmente la cattura e la cottura a fuoco lento dell'uomo bianco. e) Fukushima. f) Pendici del cratere del vulcano Eyjafjallajkull in Islanda. g) non sa, non risponde, è disperato, si sta suicidando. h) l'acca è notoriamente muta: si può tacere. Buon Natale in compagnia del Vostro frusciante censimento 2011 ISTAT!
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