Siamo ancora a maggio, per la stagione estiva c'è ancora oltre un mese di tempo, ma gli animi iniziano a infiammarsi già sul caro-ombrellone, che anche quest'anno vede le associazioni dei consumatori sul piede di guerra per alcuni aumenti sproporzionati, che non avrebbero alcuna giustificazione. E così, in Abruzzo, sia Codacons che Codici stanno protestando per gli aumenti alti dei prezzi negli stabilimenti balneari, che già si annunciano in media del 7% sulla stagione precedente, in particolare a Pescara, dove già si sono registrati i prezzi tra i più alti d'Italia, nelle estati precedenti. E' fortemente contrariato il vice-presidente di Codacons Abruzzo, Vittorio Ruggieri, che parla di un palese cartello tra i sindacati dei gestori degli stabilimenti balneari, che ha comportato un calmieramento dei prezzi verso l'alto. Una mancanza di concorrenza, denuncia, che potrebbe anche essere aggravata dalla norma del Decreto per lo Sviluppo, che concede autorizzazioni per 90 anni. Se in questi casi, il gestore non sfrutterà la norma in una nuova opportunità, ma ne approfitteranno per aumentare ancora una volta i prezzi, la situazione sarebbe destinata a peggiorare. Non è possibile che un gelato al bar costi un euro e in spiaggia tre euro, aggiunge il segretario provinciale di Codici, Domenico Pettinati, che annuncia un monitoraggio veloce dei prezzi e segnalazioni ai vigili e finanza per tutte le irregolarità riscontrate.

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