A circa un mese e mezzo dalla data in cui si dovrà tenere il referendum sulla privatizzazione dell'acqua, si infiamma la polemica intorno alla possibilità che tale quesito possa non più essere presentato, dopo le recenti dichiarazioni del Ministro per lo Sviluppo Economico il quale si è detto pronto a fare un dovuto approfondimento sulla materia. Le associazioni che hanno promosso i quesiti referendari non l'hanno presa bene, in quanto la modifica della legge attuale, che concede il via libera alla gestione privata dell'acqua (che però rimarrebbe pur sempre pubblica), e oggetto del quesito referendario, avrebbe l'effetto di annullare il referendum, che su questo quesito non potrebbe più essere celebrato. E dopo la moratoria sul nucleare, che il governo ha cercato e voluto, dopo il recente disastro della centrale giapponese di Fukushima, anche il referendum sul si o no alle centrali nucleari in Italia è stato, di fatto, annullato, per cui il piatto forte di chi aveva promosso i tre temi, per il referendum di giugno, resta l'acqua, venuto meno quello, le chance di raggiungere il quorum del 50% + 1 voto sono praticamente nulle. E il Movimento dei Consumatori chiede con forza al governo di non apportare alcuna modifica, poiché bisogna ascoltare il responso dei cittadini, evitando improvvisate marce indietro, che non consentirebbero ai cittadini di esprimersi su un tema importante come questo.

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