Con effetto retroattivo all'1 gennaio del 2011, è possibile per i proprietari di immobili dati in locazione, per uso abitativo, applicare la nuova tassazione sui canoni di locazione, in alternativa alla tassazione attuale. La nuova forma di tassazione prevede la cosiddetta cedolare secca, ossia la possibilità di avvalersi di un'aliquota secca al 19% o al 21% sul canone, anziché sottoporre gli introiti da canone al reddito Irpef del proprietario, come avviene oggi, con la conseguente applicazione delle maggiori aliquote Irpef sul reddito da locazione. L'aliquota del 19% è prevista per i canoni concordati e per i comuni ad alta intensità abitativa. Per il resto, l'aliquota è del 21%. La nuova cedolare secca mira a incentivare la regolarizzazione degli affitti oggi in nero, nonché ad accrescere l'offerta di immobili concessi in locazione, dato che oggi l'alta tassazione che ricade sui proventi da canone disincentiva molti proprietari ad affittare le seconde case. Chiaramente, il beneficio in termini fiscale è maggiore al crescere del reddito del proprietario, in quanto quest'ultimo è soggetto ad aliquote Irpef più alte, rendendo il confronto con le aliquote del 19% o 21% un vantaggio fiscale evidente per chi decide di avvalersi della cedolare secca, con un risparmio di imposta sul canone, che potrebbe raggiungere il 22% o il 24% del suo importo (aliquota Irpef max 43% - 21%/19%).

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